PNRR

L’attualità del Recovery Plan dell’Italia (PNRR)

L’Italia ha inviato la richiesta del pagamento della sesta rata del PNRR alla Commissione europea. Una richiesta di pagamento per 8,5 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi di euro in sovvenzioni e 6,9 miliardi di euro in prestiti.
Il Piano si articola in 16 componenti, raggruppate in 6 missioni e si sviluppa intorno a tre assi principali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.

Il PNRR vede sin dal principio una serie di investimenti e di riforme orientati a fare sostanziosi passi avanti per quanto riguarda il digitale, il green e l’inclusione. Nell’ultimo anno, infatti, si è posta molta enfasi verso investimenti nella digitalizzazione delle imprese e nella transizione ecologica. Specialmente grazie al finanziamento del Piano Transizione 5.0 nel RePowerEU.

Il Piano Transizione Industria 5.0 è stato incluso nel PNRR, con 6,3 miliardi di euro provenienti dal Piano RePowerEU, volto a incentivare la transizione energetica verso le fonti rinnovabili.
I 6,3 miliardi di euro, stanziati per il biennio 2024-2025, andranno a sommarsi ai fondi già previsti per il Piano Transizione 4.0.

Le risorse del PNRR

Il PNRR italiano vale complessivamente 222,1 miliardi così suddivisi:

  • 191,5 miliardi di euro dal Dispositivo di Ripresa e Resilienza europeo (RRF) divisi in 68,9 miliardi di euro per le sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro per i prestiti. Il primo 70% delle sovvenzioni è già fissato dalla versione ufficiale del Regolamento europeo del RRF, mentre la rimanente parte verrà definitivamente determinata entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del PIL degli Stati Membri registrato nel 2020-2021 secondo le statistiche ufficiali. L’ammontare dei prestiti RRF all’Italia è stato stimato in base al limite massimo del 6,8% del reddito nazionale lordo d’accordo con la task force della Commissione.
  • Circa 30,6 miliardi dal Fondo complementare nazionale, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei Ministri del 15 aprile 2021.

Nel complesso, il 27% del Piano è dedicato alla digitalizzazione, il 40% agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico e più del 10% alla coesione sociale. 

Le cifre sopra esposte saranno integrate da altri fondi strutturali e di investimento europei già co-finanziati da risorse UE e con la programmazione nazionale di bilancio 2021-2026. Le risorse andranno impegnate entro il 2023 e spese entro il 2026 con la realizzazione degli investimenti descritti nel PNRR, raggruppati in 6 missioni.

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Le 6 missioni del Piano, gli investimenti e le risorse

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale che per l’Italia si declinano in 6 missioni.

Missione 1: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura

Obiettivo: modernizzare il Paese attraverso la trasformazione digitale. Azioni principali:

  • Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e del sistema produttivo.
  • Sostegno alle filiere industriali e all’internazionalizzazione.
  • Investimenti nella Space Economy.
  • Valorizzazione del patrimonio culturale e turistico.
  • Piano Transizione 4.0 con 18,45 miliardi per l’innovazione tecnologica delle imprese.

Missione 2: Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica

Obiettivo: affrontare la crisi climatica e promuovere la sostenibilità. Azioni principali:

  • Economia circolare e gestione dei rifiuti.
  • Energie rinnovabili e potenziamento delle Smart Grid.
  • Incentivi per l’efficienza energetica di edifici.
  • Contrasto al dissesto idrogeologico.
  • Investimenti nelle infrastrutture idriche.
  • Sviluppo dell’idrogeno per industria e trasporti.
  • Rinnovo ecologico dei mezzi pubblici.

Missione 3: Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile

Obiettivo: migliorare la mobilità e la connettività del Paese. Azioni principali:

  • Messa in sicurezza della rete stradale.
  • Potenziamento della rete ferroviaria, con focus sul Sud e sull’alta velocità.
  • Sviluppo di porti competitivi, sostenibili e ben connessi

Missione 4: Istruzione e Ricerca

Obiettivo: potenziare il sistema educativo e la ricerca scientifica. Assi principali:

  • Migliorare e ampliare i servizi di istruzione e formazione.
  • Rafforzare il reclutamento e la formazione degli insegnanti.
  • Potenziare le competenze e le infrastrutture scolastiche.
  • Riformare e ampliare i programmi di dottorato.
  • Sostenere la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico, promuovendo la collaborazione tra università e imprese.

Missione 5: Inclusione Sociale

Obiettivo: promuovere l’equità sociale e territoriale. Assi principali:

  • Politiche attive del lavoro (centri per l’impiego, servizio civile, imprenditoria femminile).
  • Sviluppo di infrastrutture sociali e sostegno a famiglie, comunità e soggetti fragili.
  • Interventi per la coesione territoriale, con focus sulle aree interne.

Missione 6: Salute

Obiettivo: rafforzare il sistema sanitario nazionale. Assi principali:

  • Sviluppo di reti sanitarie territoriali, strutture intermedie e telemedicina.
  • Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale.
Le riforme del PNRR
Le riforme del PNRR

Il Piano include altresì l’enunciazione di riforme, che toccano, tra gli altri, gli ambiti della pubblica amministrazione, della giustizia, della semplificazione normativa e della concorrenza. Queste riforme sono il secondo pilastro del PNRR.
Per quanto riguarda la pubblica amministrazione il Piano mira ad intervenire:

  • sul capitale umano con il più facile reclutamento di risorse e con percorsi di upskilling e reskilling;
  • sul processo burocratico in sé, snellendo le procedure e cercando di implementare ulteriormente la digitalizzazione dell’”apparato”.

Digitalizzazione, insieme a riorganizzazione, saranno i cardini della riforma della giustizia penale e civile il cui quadro normativo e procedurale cercherà di essere snellito. In ultimo è altresì prevista una riforma fiscale per razionalizzare la struttura del prelievo riducendone progressivamente l’ammontare nel rispetto dell’equilibrio di bilancio.

Gli impatti attesi dalle riforme e dagli investimenti

Le stime sugli impatti del PNRR previste dal governo sono significative e riguardano le principali variabili macroeconomiche, l’inclusione sociale, lo sviluppo sostenibile e l’equità. In termini numerici si afferma che nel 2026, anno di conclusione del Piano, il prodotto interno lordo sarà di almeno 3,6% più alto rispetto all’andamento tendenziale e l’occupazione di quasi 3%. Inoltre, si prevedono significativi miglioramenti negli indicatori che misurano la povertà, le diseguaglianze di reddito e l’inclusione di genere, e un marcato calo del tasso di disoccupazione giovanile.

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