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FI Group Expertise
Partecipa al webinar: Fine incentivi 5.0 – Strategie e Soluzioni
Gli Incentivi 5.0 sono finiti? No: sono stati revocati
Perché è stato revocato?
Quali sono gli impatti per le imprese?
La fine degli incentivi comporta:
- Rischio finanziario immediato: spese sostenute senza garanzia di rimborso.
- Progetti bloccati: perdita di vantaggio competitivo e ritardi nella supply chain.
- Incertezza strategica: difficoltà nel rispettare scadenze e contratti.
Webinar Gratuito: Fine incentivi 5.0 – Strategie e Soluzioni
- Analisi completa della revoca e dei suoi impatti settoriali.
- Alternative disponibili per le imprese.
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FAQ – Transizione 5.0 e 4.0
Le risorse per Transizione 5.0 sono esaurite?
Sì, il MIMIT ha comunicato l’esaurimento delle risorse il 7 novembre 2025. Tuttavia, è ancora possibile presentare nuove prenotazioni fino al 31 dicembre, che saranno gestite in ordine cronologico se verranno reperite nuove risorse.
Il Governo sta cercando nuove risorse per Transizione 5.0?
Sì, il MIMIT è al lavoro per reperire fondi aggiuntivi, vista l’elevata adesione delle imprese alla misura.
Cosa succede alle domande presentate dopo l’esaurimento delle risorse?
Le domande restano valide e saranno considerate in ordine cronologico qualora vengano stanziate nuove risorse.
Quando sarà operativo il nuovo Piano Transizione 5.0?
Il nuovo piano entrerà in vigore il 1° gennaio 2026, in piena continuità con la misura attuale.
Qual è la situazione di Transizione 4.0?
Le risorse sono quasi esaurite: il GSE segnala una disponibilità residua di circa 53 milioni di euro alle ore 13 dell’11 novembre.
Quanti nuovi progetti sono stati caricati sulla piattaforma GSE?
Dal 10 all’11 novembre sono stati caricati 742 nuovi progetti, per un valore complessivo di 231 milioni di euro.
Dal 2026 l’Italia torna a puntare sull’iperammortamento come leva per accelerare la digitalizzazione e la transizione green delle imprese. Dopo le complessità del credito d’imposta Transizione 4.0 e 5.0, il Governo introduce un meccanismo più semplice e competitivo, con maggiorazioni fino al 220% per investimenti in tecnologie 4.0 e sostenibilità energetica.
Cos’è l’iperammortamento 2026?
L’iperammortamento 2026 è un incentivo fiscale che consente di maggiorare il costo di acquisizione dei beni strumentali ai fini della deduzione, con aliquote fino al 220% per investimenti in tecnologie 4.0 e green. Sostituisce i crediti d’imposta di Transizione 4.0 e 5.0, semplificando la fruizione e riducendo i rischi di compliance.
Quali sono le aliquote del nuovo iperammortamento?
Secondo la prima bozza della legge di bilancio, le aliquote di base dei beni strumentali 4.0 saranno:
| Investimento | Maggiorazione |
|---|---|
| Fino a 2,5 mln € | 180% |
| 2,5 – 10 mln € | 100% |
| 10 – 20 mln € | 50% |
Le aliquote maggiorate per gli investimenti green
Premialità green: fino al 220% se l’investimento riduce i consumi energetici del 3% (stabilimento) o 5% (processi produttivi).
| Investimento | Maggiorazione |
|---|---|
| Fino a 2,5 mln € | 220% |
| 2,5 – 10 mln € | 140% |
| 10 – 20 mln € | 90% |
Chi può beneficiare dell’iperammortamento?
- Imprese residenti in Italia, senza limiti dimensionali o settoriali.
- Requisiti: regolarità fiscale e contributiva, rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
- Non cumulabile con altri incentivi sugli stessi costi.
Quali beni sono agevolabili?
- Beni materiali 4.0 (Allegato A Legge 232/2016): macchinari interconnessi, robot collaborativi, sistemi di automazione.
- Beni immateriali 4.0 (Allegato B): software, sistemi di monitoraggio e analisi dati.
- Impianti per energia rinnovabile (es. fotovoltaico). Consulta l’elenco completo sul portale MIMIT.
Come accedere all’incentivo?
- Prenotazione: ordine accettato e acconto 20% entro il 31/12/2025.
- Periodo di investimento: dal 01/01/2026 con consegna entro il 30/06/2027.
- Documentazione: perizia asseverata per beni >300.000 €.
FAQ
Cos’è l’iperammortamento?
Un incentivo che aumenta il valore fiscale dei beni strumentali, riducendo l’imponibile.
Quali sono le aliquote?
Dal 180% al 220% in base a scaglioni e premialità green.
Quali beni sono inclusi?
Beni materiali e immateriali 4.0. Beni per la generazione di energia da fonti rinnovabili (inclusi pannelli solari).
Come si ottiene il beneficio?
Prenotazione entro 2025, perizia asseverata, rispetto requisiti fiscali.
Scenario internazionale e ruolo di FI Group
Affidati a FI Group per massimizzare il beneficio fiscale e ridurre i rischi di non conformità.
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- Francia: ammortamento al 140% per PMI + credito R&S.
- Germania: incentivi diretti, meno focus su ammortamenti.
- Spagna: crediti d’imposta per R&S, nessun iperammortamento. Con il 220%, l’Italia torna tra i Paesi più competitivi in UE.
FI Group supporta le multinazionali con un approccio integrato: “Global Reach. Local Expertise.”
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Nuovo incentivo 2026: verso un unico incentivo la doppia transizione digitale ed energetica
Nel 2026, il panorama degli incentivi fiscali per le imprese italiane cambierà radicalmente. Il Governo sta progettando un nuovo incentivo unico che accorperà le misure di Transizione 4.0 e 5.0, con l’obiettivo di semplificare l’accesso ai benefici e sostenere la doppia transizione: digitale e green.
Questa nuova misura, finanziata con risorse nazionali, nasce dalla necessità di superare le complessità del Piano Transizione 5.0 e di offrire alle imprese uno strumento più snello, efficace e inclusivo.
Il nuovo incentivo 2026: tempistiche e criticità operative
Il progetto è ancora in fase embrionale e non è certo che il nuovo incentivo venga inserito nella Legge di Bilancio 2026. La rinegoziazione del PNRR è il primo passo cruciale, seguito dalla definizione delle regole operative.
Se il Piano Transizione 5.0 non verrà prorogato oltre il 31 dicembre 2025, le imprese rischiano di trovarsi senza strumenti di sostegno nei primi mesi del 2026. Una proroga fino ad aprile 2026 o una partenza retroattiva del nuovo incentivo potrebbero garantire continuità, ma entrambe le soluzioni presentano criticità.
Dotazione finanziaria e origine delle risorse
Il nuovo incentivo sarà alimentato da fondi liberati attraverso una riallocazione strategica delle risorse del PNRR. Dei 6,3 miliardi previsti per Transizione 5.0, circa 2,1 miliardi sono già stati prenotati, e si ipotizza una chiusura della misura attuale intorno ai 2,5 miliardi. Questo lascerebbe circa 3,8–4 miliardi disponibili per il nuovo piano.
Tuttavia, la disponibilità effettiva dipenderà dalla capacità del Governo di spendere integralmente le risorse prenotate, evitando penalizzazioni e garantendo una transizione fluida verso il nuovo incentivo.
Durata e struttura: tra ambizione e realismo del nuovo incentivo 2026
Inizialmente si è parlato di una misura triennale, ma le attuali ipotesi più realistiche indicano una durata annuale o biennale, in linea con la residua durata del Governo. Se i fondi disponibili (circa 3,5 miliardi) venissero distribuiti su due anni, si rischierebbe di diluire l’efficacia dell’incentivo. Una misura annuale, invece, permetterebbe un impatto più deciso e mirato.
Un format semplificato: addio burocrazia?
Uno dei punti più apprezzati del nuovo incentivo sarà la semplificazione del format. Il Governo e Confindustria spingono per un modello senza piattaforme complesse, senza calcoli articolati e senza vincoli PNRR come il principio DNSH, che ha escluso molte imprese energivore dal Piano 5.0.
Questo approccio mira a rendere l’incentivo accessibile a tutte le aziende, superando le barriere burocratiche che hanno limitato l’efficacia delle misure precedenti.
Aliquote: due binari per digitale e green
Il nuovo incentivo dovrebbe prevedere due sole aliquote:
- Una per gli investimenti digitali (Transizione 4.0)
- Una per quelli energetici e ambientali (Transizione 5.0)
Non è ancora chiaro se le due aliquote saranno indipendenti o se, come nel modello attuale, l’investimento digitale sarà prerequisito per accedere all’incentivo green. In ogni caso, l’eliminazione di soglie e scaglioni dovrebbe semplificare notevolmente l’accesso.
Revisione degli allegati A e B: nuovi beni ammissibili
I tecnici del MIMIT stanno lavorando alla revisione degli allegati A e B, che definiscono i beni materiali e immateriali agevolabili. Si ipotizza anche l’introduzione di un Allegato C dedicato ai beni strumentali per l’efficienza energetica.
Questa revisione potrebbe finalmente includere categorie finora escluse, come motori elettrici, server industriali e tecnologie per l’autoproduzione da fonti rinnovabili. È fondamentale che questa apertura non si trasformi in un “assalto alla diligenza”, ma in una valorizzazione mirata dell’innovazione industriale.
Cosa aspettarsi
La semplificazione del format, la revisione dei beni agevolabili e l’eliminazione dei vincoli PNRR sono segnali positivi.
Tuttavia, sarà fondamentale che il Governo:
- Definisca tempistiche chiare
- Offra strumenti digitali efficienti
- Garantisca trasparenza normativa
Solo così le imprese potranno pianificare con fiducia i propri investimenti in tecnologie 4.0, efficienza energetica e formazione avanzata.
Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025, il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0 ha subito importanti modifiche che le imprese devono conoscere per non perdere l’accesso all’incentivo e per evitare errori nella fase di fruizione.
Il nuovo meccanismo prevede una procedura più articolata, fondata su un sistema di prenotazione delle risorse, un monitoraggio continuo da parte del MIMIT e dell’Agenzia delle Entrate, e l’introduzione di un nuovo codice tributo per la compensazione.
Quando si può iniziare a compensare
La compensazione del credito d’imposta non è più automatica. Le imprese potranno iniziare a utilizzarlo dal giorno 10 del mese successivo a quello in cui il MIMIT trasmette all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese ammesse. Questo elenco viene aggiornato mensilmente e include solo le imprese che hanno completato correttamente l’iter previsto.
Chi può accedere
Possono accedere alla compensazione le imprese che hanno inviato la comunicazione di completamento degli investimenti, secondo il modello allegato al decreto direttoriale del 16 giugno 2025. È fondamentale che l’intero iter – comunicazione preventiva, comunicazione con acconto e comunicazione di completamento – sia stato rispettato nei tempi e nelle modalità previste.
Come si compensa
Per la compensazione in F24, è stato istituito il nuovo codice tributo “7077”, che deve essere utilizzato indicando come anno di riferimento quello in cui è stato completato l’investimento. Questo codice si applica esclusivamente agli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2025 e soggetti alle nuove regole.
Per gli investimenti precedenti o coperti dalla clausola di salvaguardia (cioè quelli per cui entro il 31 dicembre 2024 è stato accettato l’ordine e versato almeno il 20% del costo), resta valido il codice tributo “6936”.
Il nuovo iter di accesso al credito
Il processo si articola in tre fasi:
- Comunicazione preventiva: va inviata il prima possibile e comunque entro il 31 gennaio 2026. Serve a prenotare le risorse e determina la priorità in base all’ordine cronologico di invio.
- Comunicazione con acconto: deve essere trasmessa entro 30 giorni dalla preventiva, attestando il pagamento di almeno il 20% del costo o la stipula del contratto di leasing.
- Comunicazione di completamento: va inviata al termine dell’investimento, entro il 31 gennaio 2026 (per investimenti effettuati entro il 2025) o entro il 31 luglio 2026 (per investimenti completati entro il 30 giugno 2026).
Attenzione alle tempistiche e alla disponibilità delle risorse
Il credito d’imposta è soggetto a un limite di spesa annuale di 2,2 miliardi di euro, applicabile solo agli investimenti in beni materiali 4.0 effettuati dal 2025 in poi. Per questo motivo, è fondamentale rispettare le scadenze e inviare le comunicazioni nei tempi previsti.
Le imprese che hanno trasmesso le comunicazioni con il vecchio modello entro il 15 maggio 2025 possono mantenere la priorità, a condizione che aggiornino la documentazione entro il 17 luglio 2025. Chi ha inviato le comunicazioni dopo tale data o non le ha inviate affatto, dovrà seguire la nuova procedura e sarà soggetto alla disponibilità residua delle risorse.
Conclusioni
Il nuovo credito d’imposta Transizione 4.0 rappresenta un’opportunità importante per le imprese che investono in innovazione e digitalizzazione, ma richiede una gestione attenta e puntuale della documentazione. La corretta compilazione delle comunicazioni, il rispetto delle scadenze e l’utilizzo dei codici tributo appropriati sono elementi essenziali per non perdere il beneficio.
FI Group supporta le imprese in ogni fase del processo, dalla pianificazione dell’investimento alla gestione operativa delle pratiche, garantendo conformità normativa e massimizzazione del vantaggio fiscale.
Le risorse stanziate per il credito d’imposta Transizione 4.0 – pari a 2,2 miliardi di euro per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2025 – risultano temporaneamente esaurite. Ma attenzione: non è il momento di fermarsi.
Transizione 4.0, perché le risorse sono “esaurite”?
La comunicazione di esaurimento è precauzionale. Non è ancora chiaro quanti investimenti, avviati con acconto del 20% entro il 31/12/2024 e completati nel 2025, rientrino effettivamente nel tetto di spesa. Il quadro sarà più chiaro dopo il 17 luglio, quando si saprà quante risorse sono realmente impegnate.
Cosa fare se ricevi l’esito “non disponibile”?
Dal 17 giugno, chi invia la comunicazione preventiva tramite la piattaforma GSE riceve una ricevuta con esito negativo. Tuttavia, questa ricevuta attesta il corretto invio e protocolla la domanda secondo l’ordine cronologico. In caso di riallocazione fondi, la priorità sarà data a chi ha inviato prima.
Transizione 4.0, attenzione alle scadenze
- Le imprese che hanno già inviato la comunicazione con il vecchio modello (DM 24.04.2024) devono completare la nuova comunicazione entro il 17 luglio per mantenere la prenotazione.
- Per chi ha ricevuto l’esito “risorse esaurite”, non è necessario inviare subito la comunicazione con acconto. I 30 giorni partiranno solo se il GSE invierà una nuova comunicazione di disponibilità fondi.
Transizione 4.0, la strategia vincente
🔹 Invia comunque la comunicazione preventiva, anche se le risorse sembrano esaurite.
🔹 Mantieni la priorità temporale: è la chiave per rientrare nel primo slot utile.
🔹 Monitora le scadenze e preparati a completare la procedura appena si liberano risorse.
SOSTEGNO AUTOPRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI NELLE PMI
Le PMI italiane possono accedere a contributi a fondo perduto per investire in energia rinnovabile e soluzioni di efficienza energetica. Il nuovo bando Invitalia offre un’opportunità unica per:
Installare impianti fotovoltaici, eolici e sistemi di accumulo
Migliorare l’efficienza energetica dei processi produttivi
Ridurre i costi energetici e l’impatto ambientale
Giovedì 10 Aprile, alle ore 11.00, FI Group sarà ospite del webinar di ORA Energy Solutions s.r.l. Un appuntamento in cui saranno presentati i dettagli del bando e tutti i passaggi per ottenere il finanziamento di interventi legati alla realizzazione di impianti legati all’autoproduzione di energia da fonte rinnovabile.
Interverrà Elena Perini, Country Manager di FI Group Italia ed esperta del finanziamento R&S e Innovazione, per chiarire le modalità di accesso e opportunità di questo bando.
Sono disponibili 320 milioni di euro, di cui il 40% riservato alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e un altro 40% alle micro e piccole imprese.
Un appuntamento molto atteso, soprattutto a posteriori degli ultimi aggiornamenti.
Infatti, il Decreto Direttoriale del 31 marzo 2025 ha prorogato il termine per la presentazione delle domande di agevolazione del bando in questione dal 5 maggio alle ore 12.00 del 17 giugno 2025.
Il Consiglio dei Ministri ha convertito in legge il Decreto del 19 del 2 marzo 2024: “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza“. A seguire l’analisi dell’articolo dedicato Piano Transizione 5.0, ed il relativo credito d’imposta.
Quando si applica il Piano Transizione 5.0
Si ricade nel nuovo incentivo Transizione 5.0 quando un investimento in beni 4.0 apporta ad riduzione dei consumi energetici:
- ≥ 3% sull’intera struttura produttiva, oppure
- ≥ 5% sui processi interessati dall’investimento.
In questo caso, verranno quindi applicate le norme del Piano Transizione 5.0 e non più quelle del Piano Transizione 4.0. Inoltre, a differenza del Piano Transizione 4.0, il recupero del credito avverrà in un’unica quota e non in tre. Il piano Transizione 4.0 resta operativo per tutti gli investimenti nei beni previsti negli allegati A e B quando:
- non generano risparmio;
- generano risparmio sotto le soglie minime previste dal Transizione 5.0.
Piano Transizione 5.0, le linee principali
Il Piano Transizione 5.0 vede stanziati 6,3 miliardi per il biennio 2024-2025, che saranno erogati alle imprese attraverso lo schema del credito d’imposta suddiviso per:
- beni strumentali, 3.780 milioni di €;
- sistemi per autoproduzione e autoconsumo di energia, 1.890 milioni di €;
- formazione, 630 milioni di €.
A seguire ecco spiegate condizioni di accesso all’incentivo per ciascun ambito.
Beni strumentali
Per accedere all’incentivo è necessario effettuare un investimento in almeno uno dei beni strumentali materiali e immateriali previsti agli allegati A e B del Piano Transizione 4.0. Tali beni devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Inoltre, è necessario che i beni siano inseriti in un progetto di innovazione che consenta di ottenere una riduzione dei consumi energetici.
condizione che:
- siano interconnessi al sistema aziendale;
- siano parte di un progetto che comporti il risparmio energetico minimo richiesto.
L’allegato B, dedicato ai software, amplia l’accesso agli incentivi anche per:
- software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding);
- i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui alla lettera a).
Autoconsumo e autoproduzione
Gli investimenti dell’impresa devono far parte di un progetto di innovazione che prevede l’acquisto di beni strumentali. Entro i limiti che saranno stabiliti da un successivo provvedimento ministeriale sarà possibile accedere al credito d’imposta anche per i “beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, a eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta”.
Sono agevolati gli investimenti in:
- impianti per l’autoproduzione da fonti rinnovabili (escluse biomasse);
- sistemi di accumulo.
Moduli fotovoltaici
L’incentivo è limitato ai soli pannelli prodotti negli Stati membri dell’Unione europea con efficienza pari ad almeno il 21,5%.
Maggiorazione incentivo (solo per il fotovoltaico) in caso di:
- 120% per i moduli fotovoltaici con celle, prodotti negli Stati membri dell’Unione europea con un’efficienza a livello di cella almeno pari al 23,5%. Quindi, al 45% di aliquota massima del Transizione 5.0 spetterà la maggiorazione del 120% della base imponibile.
- 140% per i moduli prodotti negli Stati membri dell’Unione europea composti da celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio o tandem prodotte nell’Unione europea con un’efficienza di cella almeno pari al 24%. Anche in questo caso al 45% di aliquota massima del Transizione 5.0 spetterà la maggiorazione del 140% della base imponibile.
Formazione del personale
Le spese ammesso sono:
- se sono finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi;
- nel limite del 10% degli investimenti effettuati nei beni strumentali (Tabella A e B) e per autoproduzione energia;
- fino a un massimo di 300 mila euro.
Vincoli:
- erogazione da soggetti esterni accreditati (DM attuativo in arrivo);
- esclusione per settori non conformi al principio DNSH (es. fossili, discariche, ETS ad alte emissioni).
Settori esclusi dalla formazione 5.0:
Al fine di rispettare il principio DNSHs non sono agevolabili investimenti destinati alle seguenti attività:
- connesse ai combustibili fossili;
- nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS) che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai pertinenti parametri di riferimento;
- discariche di rifiuti, agli inceneritori e agli impianti di trattamento meccanico biologico;
- attività nel cui processo produttivo venga generata un’elevata dose di sostanze inquinanti classificabili come rifiuti speciali pericolosi di cui al regolamento (UE) n. 1357/2014 della Commissione, del 18 dicembre 2014 e il cui smaltimento a lungo termine potrebbe causare un danno all’ambiente.
Chi può beneficiare del credito d’imposta Transizione 5.0
Possono accedere al nuovo incentivo tutte le imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, nell’ambito di progetti di innovazione che conseguono una riduzione dei consumi energetici, senza distinzione di forma giuridica, settore, dimensione o regime fiscale.
Sono escluse specificamente le imprese in difficoltà finanziaria o che hanno ricevuto sanzioni interdittive; si richiede inoltre il rispetto delle norme sulla sicurezza e i contributi previdenziali.
L’avvio della fruizione non potrà in nessun caso superare la data del 31 dicembre 2025. Quindi il 31 dicembre è data che sancisce sia il termine per l’effettuazione dell’investimento sia il termine per la certificazione e l’avvio della fruizione dell’incentivo.
Meccanismo di recapture
I beni della Transizione 5.0 vanno mantenuti per minimo 5 anni. È previsto il meccanismo di recapture. Entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di completamento degli investimenti, il credito d’imposta è corrispondentemente ridotto escludendo dall’originaria base di calcolo il relativo costo:
- Se i beni agevolati sono ceduti a terzi o spostati,
- non riscattati in leasing,
- destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa,
- destinati a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all’agevolazione anche se appartenenti allo stesso soggetto,
- nonché in caso di mancato esercizio dell’opzione per il riscatto nelle ipotesi di beni acquisiti in locazione finanziaria.
Il credito d’imposta è corrispondentemente ridotto escludendo dall’originaria base di calcolo il relativo costo.
Il maggior credito d’imposta eventualmente già utilizzato in compensazione è direttamente riversato dal beneficiario entro il termine per il versamento a saldo dell’imposta sui redditi dovuta per il periodo d’imposta in cui si verificano le suddette ipotesi, senza applicazione di sanzioni e interessi.
Il beneficiario può sostituire il bene con bene con caratteristiche tecniche analoghe o superiori e attesti all’avvenuta sostituzione. In caso di costo inferiore la fruizione del credito avviene fino a raggiungere costo nuovo bene (L. n.205 del 27/12/2017).
Cumulabilità
Il credito d’imposta Transizione 5.0 è cumulabile con altri incentivi che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che il cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al periodo precedente, non porti al superamento del costo sostenuto.
Non è invece cumulabile, con il credito d’imposta Transizione 4.0 o con la ZES unica.
Novità 2025: semplificazioni e chiarimenti
Le FAQ del MIMIT (10 aprile 2025, approfondimento qui) introducono importanti semplificazioni:
– presunzione di risparmio per beni obsoleti sostituiti (oltre 24 mesi);
– portabilità della perizia tra 4.0 e 5.0;
– chiarimenti su leasing, autoproduzione, e cumulabilità.
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Nuovamente aggiornato il decreto contenente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e l’agevolazione dedicata all’Industria 5.0, il credito d’imposta Transizione 5.0. Il decreto dispone l’impiego delle risorse per il pacchetto di “aggiornamento” del PNRR e l’impiego dei fondi del RePower EU che vanno ad integrare il Piano Transizione 5.0.
Infatti, come rimarcato più volte, il Piano Transizione Industria 5.0 è stato incluso nel PNRR, con 6,3 miliardi di euro provenienti dal Piano RePowerEU, volto a incentivare la transizione energetica verso le fonti rinnovabili.
I 6,3 miliardi di euro, stanziati per il biennio 2024-2025, andranno a sommarsi ai fondi già previsti per il Piano Transizione 4.0. Le agevolazioni, sotto forma di crediti d’imposta, saranno destinate alle spese sostenute tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025.
Approfondisci qui le aliquote 5.0:
Ultimi aggiornamenti del decreto Pnrr relativi al credito d’imposta 5.0
Il ruolo del GSE nel Piano Transizione 5.0
Le novità principali sono relative alla procedura di fruizione del beneficio e al ruolo del GSE. Il GSE, diventa, infatti, il soggetto principale a cui le imprese dovranno rivolgersi. Quest’ultimo potrà dotarsi di mezzi opportuni utilizzando 45 milioni dei 63 milioni complessivamente assegnati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per la realizzazione della piattaforma e il funzionamento dell’incentivo.
Tipologie di investimenti attività ammissibili per il 2024-2025
Investimenti 5.0
Rispetto al Piano 4.0 sono previste aliquote più elevate e crescenti in base al livello di efficienza, che potranno raggiungere anche il 40%. Sarà, inoltre, incrementato il tetto massimo agevolabile, dagli attuali 20 a 50 milioni di euro, così da rendere il Piano una leva per rendere ancora più efficace l’azione di attrazione di investimenti stranieri nel nostro Paese.
L’impresa dovrà dimostrare: la riduzione di almeno il 3% del consumo finale d’energia ed un risparmio energetico di almeno il 5% rispetto ai consumi dello stesso processo registrati prima dell’acquisizione dei beni 4.0.
Sarà necessaria una certificazione “ex ante” ed “ex post” dovrà attestare l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità con quanto riportato nella certificazione “ex ante”.
Formazione
Un credito d’imposta per agevolare le spese sostenute per formare il personale nell’acquisizione delle competenze necessarie per la transizione verde delle imprese.
Fotovoltaico
Credito d’imposta per l’acquisto di impianti di autoproduzione/autoconsumo di energia rinnovabile (ad esclusione delle biomasse).
Gli ultimi aggiornamenti:
- Tutti i dettagli sugli incentivi 5.0 nel seguente articolo: clicca qui.
- Ultime FAQ sulla Transizione 5.0: qui.



