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ZES Unica, Transizione 5.0 e Contratti di Sviluppo: guida comparativa agli incentivi per investire nel Mezzogiorno

Finanza agevolata 2025-2026: strumenti strategici per imprese e investitori

Nel contesto della politica industriale italiana, il Mezzogiorno si conferma come area prioritaria per l’allocazione di risorse pubbliche e incentivi fiscali. La ZES Unica, il piano Transizione 5.0 e i Contratti di sviluppo Invitalia costituiscono un triangolo agevolativo che consente alle imprese di strutturare investimenti ad alta intensità di capitale, innovazione e sostenibilità.

Matrice comparativa: ZES Unica vs Transizione 5.0 vs Contratti di sviluppo

Parametro ZES Unica Transizione 5.0 Contratti di sviluppo
Tipologia agevolazione Credito d’imposta Credito d’imposta + contributo Contributo + finanziamento agevolato
Ambito di investimento Beni strumentali, immobili, terreni Industria 4.0 + risparmio energetico ≥ 3% Programmi industriali, turistici, ambientali
Soglie di accesso Min. €200.000 – Max. €100 mln Min. €40.000 – Max. €50 mln Min. €20 mln (grandi imprese), €7,5 mln (PMI)
Localizzazione Regioni del Mezzogiorno Tutto il territorio nazionale Tutto il territorio nazionale
Cumulabilità Sì, con Transizione 5.0 e altri Sì, con ZES e PNRR Limitata, valutata caso per caso
Requisiti documentali Certificazione revisore, comunicazioni AdE Diagnosi energetica, asseverazione tecnica Business plan, piano industriale, bilanci
Gestione operativa Agenzia delle Entrate GSE + AdE Invitalia
Tempistiche Comunicazioni annuali Domanda online, valutazione tecnica Procedura negoziale, istruttoria Invitalia
Benefici fiscali potenziali Fino al 60% Fino al 45% cumulabile Fino al 75% cumulato tra contributi e finanziamenti

ZES Unica: fiscalità incentivante per il Sud

La Zona Economica Speciale Unica è stata istituita con il DL 124/2023 e prorogata dalla Legge di Bilancio 2025. Prevede un credito d’imposta fino al 60% per investimenti in beni strumentali, immobili e terreni nelle regioni del Mezzogiorno. È cumulabile con altri aiuti di Stato, inclusi quelli del piano Transizione 5.0.

Requisiti chiave

  • Investimento minimo: €200.000.
  • Certificazione obbligatoria da revisore legale.
  • Comunicazione iniziale: 31 marzo – 30 maggio 2025.
  • Comunicazione integrativa: 18 novembre – 2 dicembre 2025.

Transizione 5.0: innovazione e sostenibilità

Il piano Transizione 5.0 è il naturale evolutivo del precedente 4.0, con focus su digitalizzazione e risparmio energetico. È cumulabile con ZES Unica, purché il beneficio totale non superi il 100% del costo netto dell’investimento.

Ambiti agevolabili

  • Macchinari interconnessi.
  • Impianti fotovoltaici.
  • Software gestionali.
  • Formazione tecnica.

Contratti di sviluppo: grandi progetti industriali

Gestiti da Invitalia, i Contratti di sviluppo sono pensati per progetti complessi e ad alto impatto. Offrono contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, ma richiedono una istruttoria tecnica dettagliata e una valutazione negoziale.

Strategie operative per imprese e advisor

  1. Segmentazione degli investimenti

Pianificare su base biennale per sfruttare ZES Unica 2025 e 2026.

  1. Cumulo intelligente

Simulare scenari di cumulo tra ZES e Transizione 5.0 per ottimizzare il beneficio fiscale.

  1. Governance documentale

Predisporre dossier tecnico-contabili, certificazioni e comunicazioni AdE.

Conclusione: il Mezzogiorno come hub fiscale e produttivo

La sinergia tra ZES UnicaTransizione 5.0 e Contratti di sviluppo consente alle imprese di strutturare investimenti ad alta intensità agevolativa. Il Mezzogiorno si configura come laboratorio di fiscalità incentivante, dove la finanza agevolata diventa leva competitiva per la crescita industriale.

ZES Unica 2025-2026: analisi strategica per imprese e investitori nel Mezzogiorno

Finanza agevolata e fiscalità incentivante per il rilancio produttivo del Sud

La ZES Unica Mezzogiorno, istituita con il DL 124/2023 e operativa dal 1° gennaio 2024, rappresenta una infrastruttura normativa di rilievo sistemico per la politica industriale nel Sud Italia. L’unificazione delle otto ZES regionali ha generato un ecosistema agevolativo semplificato, orientato a favorire investimenti produttivi, reindustrializzazione e reshoring in territori a bassa densità di sviluppo.

Questa misura si inserisce nel quadro più ampio della finanza agevolata nazionale, in sinergia con strumenti come Transizione 5.0Contratti di sviluppo InvitaliaFondo sviluppo e coesione e PNRR.

ZES Unica 2025: credito d’imposta e compliance normativa

La Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) ha confermato il credito d’imposta ZES Unica per investimenti effettuati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025. L’agevolazione è parametrata su base dimensionale e territoriale, con aliquote fino al 60%, e soglie di accesso comprese tra 200.000 euro e 100 milioni di euro per progetto.

Requisiti e ambiti di eleggibilità

  • Investimenti in beni strumentali nuovi, impianti, macchinari, attrezzature.
  • Localizzazione in aree ammissibili secondo la Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.
  • Obbligo di certificazione delle spese da parte di revisore legale iscritto alla sezione A del registro.

Timeline procedurale

  • Comunicazione iniziale: 31 marzo – 30 maggio 2025.
  • Comunicazione integrativa: 18 novembre – 2 dicembre 2025.
  • Trasmissione telematica tramite i modelli approvati dall’Agenzia delle Entrate.

ZES Unica 2026: continuità agevolativa e aggiornamenti tecnici

Il 2026 conferma la proroga del credito d’imposta ZES, con modifiche introdotte dai DL 113/2024 e DL 155/2024, che hanno ridefinito:

  • modelli di comunicazione e le modalità di trasmissione.
  • Le regole di cumulo con altri incentivi, in particolare con Transizione 5.0, secondo il principio di nettizzazione.

Cumulo agevolativo: un approccio integrato

Il credito ZES può essere cumularsi con Transizione 5.0, purché il beneficio complessivo non superi il 100% del costo netto dell’investimento. Esempio operativo:

  • 60% da ZES Unica.
  • 45% su quota residua da Transizione 5.0.
  • Totale agevolazione: 78%.

Strategie per imprese e advisor: come strutturare gli investimenti nel Mezzogiorno

  1. Pianificazione fiscale e industriale
  • Segmentazione degli investimenti in fasi pluriennali per ottimizzare il beneficio su più esercizi.
  • Analisi di ammissibilità territoriale e coerenza con la Carta degli aiuti.
  1. Ottimizzazione del cumulo
  • Simulazioni di impatto fiscale.
  • Verifica di compatibilità con altri strumenti agevolativi.
  • Coordinamento con consulenti di finanza agevolata e fiscalità d’impresa.
  1. Governance documentale
  • Predisposizione di dossier tecnico-economici.
  • Certificazione delle spese e audit interno.
  • Monitoraggio delle FAQ e circolari interpretative dell’Agenzia delle Entrate.

Il Mezzogiorno come laboratorio di fiscalità incentivante

La ZES Unica 2025-2026 non è solo un incentivo, ma un dispositivo di politica economica avanzata. Le imprese che sapranno anticipare la transizione normativa, strutturare gli investimenti in modo strategico e interfacciarsi con partner esperti in finanza agevolata, potranno ottenere benefici fiscali rilevanti, rafforzare la propria posizione competitiva e contribuire al rilancio industriale del Sud Italia.

Bando Turismo Sicilia 2025: 135 milioni a fondo perduto per strutture ricettive

Scopri come accedere al Bando Turismo Sicilia 2025: 135 milioni di euro per riqualificare, ampliare o creare strutture ricettive. Agevolazioni fino all’80%.

La Sicilia non smette mai di affascinare. Ma oggi, oltre alla bellezza dei suoi paesaggi, punta a rinnovare anche il modo in cui accoglie i suoi visitatori. Con il Bando Turismo Sicilia 2025, la Regione mette a disposizione 135 milioni di euro a fondo perduto per dare nuova linfa al settore turistico, sostenendo chi vuole riqualificare, ampliare o creare strutture ricettive in chiave moderna e sostenibile.

Un segnale forte, concreto, che parla a chi crede nel turismo come motore di sviluppo e identità.

A chi si rivolge il Bando Turismo Sicilia 2025

Il bando è pensato per tutte le imprese che operano nel settore dell’alloggio in Sicilia: dagli hotel ai B&B, dai campeggi ai rifugi, passando per reti d’impresa e cooperative. L’unico requisito? Avere radici operative nell’isola e la voglia di investire in qualità, innovazione e rispetto per il territorio.

Il contributo è a fondo perduto e varia in base alla tipologia di impresa e al regime applicato:

Regime de minimis

  • Fino all’80% delle spese per progetti tra 50.000 e 300.000 euro

Regime in esenzione

  • Fino al 60% per micro e piccole imprese
  • Fino al 50% per medie imprese
  • Fino al 40% per grandi imprese
  • Per progetti fino a 3,5 milioni di euro

Spese ammissibili

  • Ristrutturazioni e ampliamenti
  • Realizzazione di nuove strutture ricettive
  • Recupero di immobili dismessi
  • Arredi, impianti, domotica, certificazioni
  • Progettazione, direzione lavori, collaudi

Quando e come partecipare al Bando Turismo Sicilia 2025

Le domande si presentano online, sulla piattaforma incentivisicilia.irfis.it

  • Aperto dal 15 luglio 2025
  • In scadenza il 15 ottobre 2025 alle ore 17:00

La selezione sarà a graduatoria, premiando i progetti che dimostrano:

  • Sostenibilità ambientale
  • Digitalizzazione
  • Valorizzazione del territorio
  • Creazione di occupazione stabile

Bando Turismo Sicilia 2025: cosa ci raccontano le edizioni precedenti

Il precedente bando ha lasciato il segno: centinaia di interventi finanziati, strutture storiche riportate alla vita, nuove camere e servizi per accogliere un turismo sempre più esigente e consapevole.

Molte imprese hanno migliorato la propria reputazione ambientale, ridotto i consumi e aumentato la competitività. Un investimento che ha generato valore, dentro e fuori le mura delle strutture.

Le aspettative degli imprenditori

Il settore guarda al nuovo bando con fiducia e speranza. Le richieste sono chiare:

  • Tempi rapidi e trasparenti
  • Procedure semplificate
  • Maggiore flessibilità nei progetti
  • Un occhio di riguardo alle PMI, spesso penalizzate nei bandi precedenti

Molti operatori vedono in questa misura la possibilità di rinnovare le strutture in vista della stagione 2026, intercettando la crescita del turismo in Italia e nel Mediterraneo.

Bando Turismo Sicilia 2025: un’occasione da cogliere

Il Bando Turismo Sicilia 2025 non è solo un incentivo. È una visione di futuro, un invito a credere che l’ospitalità siciliana possa essere più moderna, più sostenibile, più competitiva.

Se sei un’impresa del settore, il momento di agire è adesso. Un progetto ben pensato, coerente con gli obiettivi del bando e radicato nel territorio può fare la differenza.

Il Bando Turismo Sicilia 2025 è molto più di un incentivo economico. È una strategia di rilancio territoriale, che punta a rendere l’isola più attrattiva, sostenibile e competitiva.

Se sei un’impresa del settore turistico, il momento di agire è adesso. Un progetto ben strutturato, coerente con gli obiettivi del bando e radicato nel territorio può fare la differenza.

Crediti d’imposta: nuove regole, più chiarezza e tutele per le imprese

Con l’atto di indirizzo firmato il 1° luglio 2025 dal Viceministro dell’Economia Maurizio Leo e dal Direttore Generale delle Finanze Giovanni Spalletta, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha introdotto importanti chiarimenti sulla distinzione tra crediti d’imposta inesistenti e crediti non spettanti. Un passaggio cruciale per le imprese che hanno beneficiato di agevolazioni fiscali in ambito Ricerca & Sviluppo, Innovazione tecnologica e Transizione 4.0.

Inesistenza vs. Non spettanza: cosa cambia davvero?

Il nuovo orientamento stabilisce che un credito non può essere considerato “inesistente” se la sua contestazione si basa su requisiti tecnici non espressamente richiamati dalla normativa, come ad esempio manuali o linee guida (es. Manuale di Frascati). In questi casi, il credito è da considerarsi “non spettante”, con conseguenze sanzionatorie meno gravi.

Questo chiarimento è particolarmente rilevante per i crediti R&S maturati fino al 2019, quando il Manuale di Frascati non era ancora formalmente richiamato nei decreti ministeriali. La distinzione ha effetto dal 1° settembre 2024, data di entrata in vigore del Decreto Legislativo 87/2024 che ha riformato il sistema sanzionatorio tributario.

Il valore strategico della certificazione

L’atto di indirizzo riconosce un ruolo centrale alla certificazione tecnica prevista dal DL 73/2022 e dal DPCM 15 settembre 2023. Le imprese possono richiederla per attestare la conformità dei propri investimenti alle normative di riferimento. Se ottenuta prima della notifica di un processo verbale di constatazione (PVC), la certificazione può inibire l’azione di recupero da parte dell’Amministrazione finanziaria.

Inoltre, anche per investimenti già effettuati, la certificazione può essere richiesta e comunicata all’Agenzia delle Entrate per prevenire contestazioni basate esclusivamente sulla qualificazione tecnica dell’investimento.

Un cambio di passo anche per il Fisco

Il documento invita gli uffici dell’Amministrazione finanziaria a valutare con attenzione gli atti impositivi e sanzionatori, soprattutto se fondati solo su elementi qualitativi. In presenza di una certificazione valida, tali atti possono essere annullati per nullità, evitando contenziosi e potenziali danni reputazionali per le imprese.

Il messaggio è chiaro: più dialogo, meno rigidità, soprattutto in un contesto in cui gli investimenti agevolati sono spesso di valore elevato e strategico per la competitività del sistema produttivo.

FI Group supporta le imprese nella gestione dei crediti d’imposta e nell’ottenimento delle certificazioni tecniche, garantendo conformità normativa e tutela in caso di controlli. Contattaci per una consulenza dedicata.

Credito d’imposta ricerca e sviluppo 2015–2019: sentenza della CGT Lombardia a favore delle imprese

Una svolta giurisprudenziale per il credito d’imposta R&S

Con la sentenza n. 1482/25/2025 depositata il 16 giugno 2025, la Corte di Giustizia Tributaria della Lombardia ha accolto integralmente le tesi difensive di un’impresa in merito al credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (R&S) relative al periodo 2015–2019.

Il punto centrale? L’innovatività di un progetto va valutata rispetto alle conoscenze disponibili per l’impresa, non per il mercato nel suo complesso.

Il riferimento alle linee guida MIMIT 2024

La Corte ha richiamato le linee guida del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) del 4 luglio 2024, che ribadiscono un principio fondamentale:

“Rientrano nella R&S anche attività non nuove in senso assoluto, ma nuove per la singola impresa.”

Questo chiarimento è cruciale per tutte le aziende che hanno investito in innovazione interna, anche senza introdurre rivoluzioni di mercato.

L’errore dell’Agenzia delle Entrate

L’accertamento dell’Agenzia delle Entrate si basava sui cinque criteri del Manuale di Frascati 2015, tra cui la novità per il mercato. Tuttavia, la Corte ha evidenziato due errori fondamentali:

  1. Interpretazione troppo restrittiva: la normativa italiana agevola anche il miglioramento di prodotti e processi esistenti.
  2. Applicazione errata del Manuale di Frascati: per il periodo 2015–2019 era vigente la versione 2002, non quella del 2015.

Innovazione relativa, non assoluta

Secondo la Corte, il concetto di innovazione rilevante per il credito d’imposta deve essere relativo all’impresa, non assoluto. Questo significa che:

  • È sufficiente un “apprezzabile elemento di novità”.
  • La soluzione non deve essere ovvia per chi ha familiarità con le tecnologie di base.
  • Conta lo sforzo innovativo rispetto alle conoscenze accessibili all’impresa.

Due ulteriori punti chiave della sentenza

  1. Obbligo di parere tecnico: l’Ufficio avrebbe dovuto consultare il MIMIT prima di procedere, vista la natura scientifica del progetto.
  2. Nozione di credito inesistente: secondo il Dlgs 87/2024, un credito è inesistente solo se fittizio. Nel caso in esame, i progetti erano reali e documentati.

Cosa cambia per le imprese?

Questa sentenza rappresenta un precedente favorevole per tutte le aziende che hanno investito in R&S tra il 2015 e il 2019. Potrebbe aprire la strada a:

  • Ricorsi contro accertamenti ingiustificati.
  • Recupero di crediti d’imposta negati.
  • Maggiore chiarezza normativa per il futuro.

Conclusione

La giurisprudenza conferma: l’innovazione è anche interna. Le imprese che hanno migliorato i propri processi o prodotti, anche senza rivoluzionare il mercato, hanno diritto al credito d’imposta R&S.

Transizione 4.0: nuove condizioni di accesso ai crediti per il 2025

Il 2025 segna un punto di svolta per il Piano Transizione 4.0, il principale strumento di finanza agevolata per le imprese italiane che investono in innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. Con l’arrivo del nuovo decreto direttoriale firmato dal MIMIT, cambiano le regole per accedere ai crediti d’imposta 4.0, con l’obiettivo di garantire una gestione più efficiente delle risorse e un monitoraggio più rigoroso del tetto di spesa fissato a 2,2 miliardi di euro.

Credito d’imposta 4.0: nuove condizioni per il 2025

Le imprese che intendono beneficiare degli incentivi fiscali per investimenti in beni strumentali 4.0 dovranno seguire una nuova procedura, più strutturata e trasparente. Il decreto stabilisce che, per accedere al credito d’imposta, sarà obbligatorio inviare una comunicazione preventiva al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), attraverso un modello che sarà reso disponibile sulla piattaforma del GSE.

Questa comunicazione dovrà essere inviata prima dell’effettuazione dell’investimento, pena l’esclusione dal beneficio. Inoltre, sarà necessario inviare anche una comunicazione di completamento a investimento concluso, per confermare l’effettiva realizzazione del progetto.

Ricapitolando, la nuova procedura prevede tempistiche serrate e un iter burocratico:

  • comunicazione preventiva: da inviare in via preliminare, indicando l’ammontare complessivo degli investimenti previsti in beni materiali 4.0 e il credito d’imposta prenotato entro e non oltre il 31.01.2026.
  • Conferma dell’acconto: da inviare entro 30 giorni dalla prima preventiva, indicando data e importo dell’ultimo acconto versato per raggiungere il 20% del costo.
  • Comunicazione di completamento: da inviare al completamento degli investimenti entro il 31.01.26 per investimenti ultimati al 31 dicembre 2025, oppure entro il 31.07.26 per investimenti ultimati al 30 giugno 2026.

Agire tempestivamente con una pianificazione strategica degli investimenti è ora più che mai determinante per ottenere il massimo beneficio dagli incentivi disponibili.

Investimenti 2024 vs 2025: cosa cambia

Il decreto distingue chiaramente tra due categorie di investimenti:

  • Investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2024, con acconto minimo del 20% e ordine accettato dal fornitore: continueranno a beneficiare delle vecchie regole.
  • Investimenti effettuati dal 1° gennaio 2025 o privi di acconto entro fine 2024: saranno soggetti alle nuove regole, comprese le comunicazioni obbligatorie.

Un’attenzione particolare è riservata alle imprese che avevano già inviato comunicazioni ex ante ma che non hanno rispettato i requisiti entro il 2024: queste dovranno ripresentare la domanda secondo le nuove modalità, ma manterranno la priorità cronologica acquisita.

Transizione 4.0: perché agire ora

Con l’introduzione di queste novità, il credito d’imposta per l’industria 4.0 diventa ancora più strategico, ma anche più selettivo. Le imprese devono essere pronte a pianificare con precisione i propri investimenti e a rispettare le nuove scadenze per non perdere l’accesso agli incentivi.

In un contesto in cui la transizione digitale e sostenibile è al centro delle politiche industriali europee, saper cogliere queste opportunità può fare la differenza tra restare competitivi o perdere terreno.

Vuoi sapere come accedere agli incentivi 4.0 nel 2025?

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Incentivi e bandi 2025: investimenti d’impresa

Incentivi alle imprese e bandi a sostegno degli investimenti: le novità per il 2025

Quali sono i bandi e gli incentivi che le imprese potranno utilizzare per sostenere i propri investimenti nel 2025? La partita, come ogni anno, si gioca soprattutto nella Legge di Bilancio, lo strumento legislativo con il quale il Parlamento introduce, modifica o potenzia le misure pensate per sostenere l’economia e gli investimenti delle imprese italiane.

Tra le principali novità anticipate per il 2025, spiccano:

  • il rinnovo della nuova Sabatini,
  • la proroga del credito per le PMI che si quotano
  • il tanto discusso aggiornamento del Piano Transizione 5.0.

Queste misure mirano a sostenere gli investimenti e la crescita economica delle imprese e saranno integrate da una serie di nuove opportunità con provvedimenti specifici.

L’importanza della finanza agevolata nella pianificazione d’impresa

La finanza agevolata gioca un ruolo cruciale nella pianificazione d’impresa, offrendo strumenti finanziari che permettono alle aziende di investire in innovazione e crescita compensando le oscillazioni dei mercati. Con un’attenta pianificazione, è possibile liberare risorse e supportare il cash-flow aziendale per una gestione più efficace.

Il webinar sugli incentivi per le imprese nel 2025, condotto da Nicola StrangisSales Leader di FI Group Italia, con la partecipazione di Elena PeriniCountry Manager di FI Group Italia, e Franco CannaDirettore Responsabile di Innovation Post, offrirà un’analisi approfondita di queste tematiche, fornendo alle imprese gli strumenti necessari per sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla Legge di Bilancio 2025 e dal Piano Transizione 5.0.

Nuovi obblighi di comunicazione per i crediti d’imposta

Il C.d. “Decreto Salva-conti” ha introdotto nuovi obblighi di comunicazione per le imprese che vogliono fruire dei crediti d’imposta. Sia per beni strumentali 4.0 e che per il credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione, design e ideazione estetica. Gli oneri di comunicazione variano in base al momento in cui sono realizzati gli investimenti, si possono distinguere tre casi.  


Affidati ad FI Group, con la nostra esperienza ventennale nell’ambito degli incentivi legati all’innovazione ed alla ricerca e sviluppo, sapremo guidarti attraverso gli ultimi aggiornamenti legislativi e valorizzare al massimo i tuoi investimenti.


Nuovi obblighi di comunicazione per i crediti d’imposta: le tre casistiche

Comunicazione crediti d’imposta: investimenti dal 30 marzo 2024

Dal 30 marzo 2024, data di entrata in vigore del Decreto, le imprese che vogliono effettuare investimenti saranno tenute ad inviare una comunicazione ex ante, contenente:

  • l’ammontare degli investimenti,
  • la presunta ripartizione del credito negli anni,
  • e la relativa fruizione.

Tale comunicazione, inoltre, dovrà essere aggiornata ex post al completamento degli investimenti. Il Decreto prevede che le comunicazioni avvengano in base alla modulistica introdotta dal decreto direttoriale del 6 ottobre 2021 del Ministero dello sviluppo economico, che dovrà essere opportunamente modificato con apposito decreto direttoriale del MIMIT. Processo simile agli incentivi 5.0.

Comunicazione crediti d’imposta: investimenti dal 1° gennaio al 29 marzo 2024

Secondariamente, per gli investimenti realizzati a partire dal 1° gennaio 2024 e fino al 29 marzo 2024, le imprese, ai fini della fruizione dei crediti, dovranno procedere a inviare la comunicazione ex post di completamento degli investimenti.  

Comunicazione crediti d’imposta: focus beni strumentali 4.0

Da ultimo per gli investimenti in beni strumentali 4.0, si escludono quindi le spese di ricerca e sviluppo, innovazione e design, relativi all’anno 2023, la compensabilità dei crediti maturati e non fruiti è subordinata all’invio del modello di comunicazione di cui al decreto direttoriale 6 ottobre 2021 del Ministero dello sviluppo economico.  

Nelle more della approvazione del decreto direttoriale, è consigliabile farsi affiancare da un esperto per la corretta fruizione dei crediti.  

Piano Transizione 5.0, tutti i dettagli sul nuovo incentivo

Il Consiglio dei Ministri ha convertito in legge il Decreto del 19 del 2 marzo 2024: “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza“. A seguire l’analisi dell’articolo dedicato Piano Transizione 5.0, ed il relativo credito d’imposta.

Quando si applica il Piano Transizione 5.0

Si ricade nel nuovo incentivo Transizione 5.0 quando un investimento in beni 4.0 apporta ad riduzione dei consumi energetici:

  • ≥ 3% sull’intera struttura produttiva, oppure
  • ≥ 5% sui processi interessati dall’investimento.

In questo caso, verranno quindi applicate le norme del Piano Transizione 5.0 e non più quelle del Piano Transizione 4.0. Inoltre, a differenza del Piano Transizione 4.0, il recupero del credito avverrà in un’unica quota e non in tre. Il piano Transizione 4.0 resta operativo per tutti gli investimenti nei beni previsti negli allegati A e B quando:

  • non generano risparmio;
  • generano risparmio sotto le soglie minime previste dal Transizione 5.0.

Piano Transizione 5.0, le linee principali

Il Piano Transizione 5.0 vede stanziati 6,3 miliardi per il biennio 2024-2025, che saranno erogati alle imprese attraverso lo schema del credito d’imposta suddiviso per:

  • beni strumentali, 3.780 milioni di €;
  • sistemi per autoproduzione e autoconsumo di energia, 1.890 milioni di €;
  • formazione, 630 milioni di €.

A seguire ecco spiegate condizioni di accesso all’incentivo per ciascun ambito.

Beni strumentali

Per accedere all’incentivo è necessario effettuare un investimento in almeno uno dei beni strumentali materiali e immateriali previsti agli allegati A e B del Piano Transizione 4.0. Tali beni devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Inoltre, è necessario che i beni siano inseriti in un progetto di innovazione che consenta di ottenere una riduzione dei consumi energetici.

condizione che:

  • siano interconnessi al sistema aziendale;
  • siano parte di un progetto che comporti il risparmio energetico minimo richiesto.

 L’allegato B, dedicato ai software, amplia l’accesso agli incentivi anche per:

  • software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding);
  • i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui alla lettera a).

Autoconsumo e autoproduzione

Gli investimenti dell’impresa devono far parte di un progetto di innovazione che prevede l’acquisto di beni strumentali. Entro i limiti che saranno stabiliti da un successivo provvedimento ministeriale sarà possibile accedere al credito d’imposta anche per i “beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, a eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta”.

Sono agevolati gli investimenti in:

  • impianti per l’autoproduzione da fonti rinnovabili (escluse biomasse);
  • sistemi di accumulo.

Moduli fotovoltaici

L’incentivo è limitato ai soli pannelli prodotti negli Stati membri dell’Unione europea con efficienza pari ad almeno il 21,5%.

Maggiorazione incentivo (solo per il fotovoltaico) in caso di:

  • 120% per i moduli fotovoltaici con celle, prodotti negli Stati membri dell’Unione europea con un’efficienza a livello di cella almeno pari al 23,5%. Quindi, al 45% di aliquota massima del Transizione 5.0 spetterà la maggiorazione del 120% della base imponibile.
  • 140% per i moduli prodotti negli Stati membri dell’Unione europea composti da celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio o tandem prodotte nell’Unione europea con un’efficienza di cella almeno pari al 24%. Anche in questo caso al 45% di aliquota massima del Transizione 5.0 spetterà la maggiorazione del 140% della base imponibile.

Formazione del personale

Le spese ammesso sono:

  • se sono finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi;
  • nel limite del 10% degli investimenti effettuati nei beni strumentali (Tabella A e B) e per autoproduzione energia;
  • fino a un massimo di 300 mila euro.

Vincoli:

  • erogazione da soggetti esterni accreditati (DM attuativo in arrivo);
  • esclusione per settori non conformi al principio DNSH (es. fossili, discariche, ETS ad alte emissioni).

Settori esclusi dalla formazione 5.0:

Al fine di rispettare il principio DNSHs non sono agevolabili investimenti destinati alle seguenti attività:

  • connesse ai combustibili fossili;
  • nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS) che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai pertinenti parametri di riferimento;
  • discariche di rifiuti, agli inceneritori e agli impianti di trattamento meccanico biologico;
  • attività nel cui processo produttivo venga generata un’elevata dose di sostanze inquinanti classificabili come rifiuti speciali pericolosi di cui al regolamento (UE) n. 1357/2014 della Commissione, del 18 dicembre 2014 e il cui smaltimento a lungo termine potrebbe causare un danno all’ambiente.

Chi può beneficiare del credito d’imposta Transizione 5.0

Possono accedere al nuovo incentivo tutte le imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, nell’ambito di progetti di innovazione che conseguono una riduzione dei consumi energetici, senza distinzione di forma giuridica, settore, dimensione o regime fiscale.

Sono escluse specificamente le imprese in difficoltà finanziaria o che hanno ricevuto sanzioni interdittive; si richiede inoltre il rispetto delle norme sulla sicurezza e i contributi previdenziali.

L’avvio della fruizione non potrà in nessun caso superare la data del 31 dicembre 2025. Quindi il 31 dicembre è data che sancisce sia il termine per l’effettuazione dell’investimento sia il termine per la certificazione e l’avvio della fruizione dell’incentivo.

Meccanismo di recapture

I beni della Transizione 5.0 vanno mantenuti per minimo 5 anni. È previsto il meccanismo di recapture. Entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di completamento degli investimenti, il credito d’imposta è corrispondentemente ridotto escludendo dall’originaria base di calcolo il relativo costo:

  • Se i beni agevolati sono ceduti a terzi o spostati,
  • non riscattati in leasing,
  • destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa,
  • destinati a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all’agevolazione anche se appartenenti allo stesso soggetto,
  •  nonché in caso di mancato esercizio dell’opzione per il riscatto nelle ipotesi di beni acquisiti in locazione finanziaria.

Il credito d’imposta è corrispondentemente ridotto escludendo dall’originaria base di calcolo il relativo costo.

Il maggior credito d’imposta eventualmente già utilizzato in compensazione è direttamente riversato dal beneficiario entro il termine per il versamento a saldo dell’imposta sui redditi dovuta per il periodo d’imposta in cui si verificano le suddette ipotesi, senza applicazione di sanzioni e interessi.

Il beneficiario può sostituire il bene con bene con caratteristiche tecniche analoghe o superiori e attesti all’avvenuta sostituzione. In caso di costo inferiore la fruizione del credito avviene fino a raggiungere costo nuovo bene (L. n.205 del 27/12/2017).

Cumulabilità

Il credito d’imposta Transizione 5.0 è cumulabile con altri incentivi che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che il cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al periodo precedente, non porti al superamento del costo sostenuto.

Non è invece cumulabile, con il credito d’imposta Transizione 4.0 o con la ZES unica.

Novità 2025: semplificazioni e chiarimenti

Le FAQ del MIMIT (10 aprile 2025, approfondimento qui) introducono importanti semplificazioni:
– presunzione di risparmio per beni obsoleti sostituiti (oltre 24 mesi);
– portabilità della perizia tra 4.0 e 5.0;
– chiarimenti su leasing, autoproduzione, e cumulabilità.

Accedi agli incentivi 5.0 con il supporto di FI Group, da 25 anni accompagniamo gli investimenti delle imprese italiane verso il successo.

Pubblicato l’albo dei certificatori per il credito d’imposta

FI Group è lieta di annunciare l’iscrizione all’Albo dei certificatori del credito d’imposta.

Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta le imprese dovranno fornire una certificazione attestante la qualificazione delle attività di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.

Sceglici come certificatori sulla piattaforma MIMIT.

Le imprese che intendono richiedere una certificazione dovranno farne richiesta al Ministero, indicando il soggetto incaricato, selezionato tra quelli iscritti all’Albo dei certificatori, e comunicando la dichiarazione di accettazione del certificatore.

La certificazione è un documento fondamentale per tutte le imprese che hanno fruito del credito d’imposta: tramite questa procedura, infatti, il credito sarà al sicuro da eventuali contestazioni da parte degli enti controllanti.


È attiva la piattaforma del Ministero delle Imprese e del made in Italy per i professionisti che intendo iscriversi all’Albo dei certificatori del crediti d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e design.

Pubblicato anche il decreto direttoriale che definisce la modalità tecnica per formalizzare l’iscrizione all’albo. Si rimane in attesa di:

  • le linee guida per la corretta applicazione del credito d’imposta;
  • schemi di certificazione;
  • decreto sullo scambio di informazioni con l’agenzia delle Entrate.

Certificazione crediti d’imposta innovazione, ricerca e sviluppo

In prima battuta, il meccanismo era stato definito dal Decreto Semplificazioni dell’estate 2022 nell’ottica di assicurare la correttezza dei progetti di ricerca e sviluppo facendo così legittimamente ambire al credito d’imposta. Il problema nasce dalle contestazioni del Fisco che in alcuni casi sono sfociate nel sostenere l’inesistenza del credito d’imposta. Per questo motivo è stata prevista una sanatoria che consente la restituzione spontanea dei bonus relativi al periodo 2015-2019 senza corrispondere sanzioni e interessi. Procedura prorogata fino al 30 luglio 2024 proprio per i ritardi con cui si è materializzato il sistema della certificazione.

Albo certificatori crediti d’imposta innovazione, ricerca e sviluppo

Si tratta di un albo con requisiti ben definiti. Ad esempio, la necessaria presentazione, valutazione o rendicontazione di almeno quindici progetti in tre anni da indicare nella domanda di iscrizione.

Possono, inoltre, presentare domanda di iscrizione all’albo dei certificatori:

  • i centri di trasferimento tecnologico in ambito Industria 4.0;
  • i centri di competenza ad alta specializzazione;
  • le università statali e non;
  • gli entri pubblici di ricerca e così via.

Questa opportunità permette alle imprese di certificare i loro crediti d’imposta, anche passati, offrendo una sicurezza giuridica concordata con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

FI Group con il suo team di tecnici specializzati è a supporto di imprese con progetti in ambito di ricerca e sviluppo e innovazione da oltre vent’anni.

Rivolgiti subito ai nostri consulenti per beneficiare dei crediti d’imposta o verificare che questi non possano essere soggetti a controlli.

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