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Crediti d’imposta: nuove regole, più chiarezza e tutele per le imprese

Con l’atto di indirizzo firmato il 1° luglio 2025 dal Viceministro dell’Economia Maurizio Leo e dal Direttore Generale delle Finanze Giovanni Spalletta, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha introdotto importanti chiarimenti sulla distinzione tra crediti d’imposta inesistenti e crediti non spettanti. Un passaggio cruciale per le imprese che hanno beneficiato di agevolazioni fiscali in ambito Ricerca & Sviluppo, Innovazione tecnologica e Transizione 4.0.

Inesistenza vs. Non spettanza: cosa cambia davvero?

Il nuovo orientamento stabilisce che un credito non può essere considerato “inesistente” se la sua contestazione si basa su requisiti tecnici non espressamente richiamati dalla normativa, come ad esempio manuali o linee guida (es. Manuale di Frascati). In questi casi, il credito è da considerarsi “non spettante”, con conseguenze sanzionatorie meno gravi.

Questo chiarimento è particolarmente rilevante per i crediti R&S maturati fino al 2019, quando il Manuale di Frascati non era ancora formalmente richiamato nei decreti ministeriali. La distinzione ha effetto dal 1° settembre 2024, data di entrata in vigore del Decreto Legislativo 87/2024 che ha riformato il sistema sanzionatorio tributario.

Il valore strategico della certificazione

L’atto di indirizzo riconosce un ruolo centrale alla certificazione tecnica prevista dal DL 73/2022 e dal DPCM 15 settembre 2023. Le imprese possono richiederla per attestare la conformità dei propri investimenti alle normative di riferimento. Se ottenuta prima della notifica di un processo verbale di constatazione (PVC), la certificazione può inibire l’azione di recupero da parte dell’Amministrazione finanziaria.

Inoltre, anche per investimenti già effettuati, la certificazione può essere richiesta e comunicata all’Agenzia delle Entrate per prevenire contestazioni basate esclusivamente sulla qualificazione tecnica dell’investimento.

Un cambio di passo anche per il Fisco

Il documento invita gli uffici dell’Amministrazione finanziaria a valutare con attenzione gli atti impositivi e sanzionatori, soprattutto se fondati solo su elementi qualitativi. In presenza di una certificazione valida, tali atti possono essere annullati per nullità, evitando contenziosi e potenziali danni reputazionali per le imprese.

Il messaggio è chiaro: più dialogo, meno rigidità, soprattutto in un contesto in cui gli investimenti agevolati sono spesso di valore elevato e strategico per la competitività del sistema produttivo.

FI Group supporta le imprese nella gestione dei crediti d’imposta e nell’ottenimento delle certificazioni tecniche, garantendo conformità normativa e tutela in caso di controlli. Contattaci per una consulenza dedicata.

Credito d’imposta Transizione 4.0: come funziona la nuova compensazione

Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025, il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0 ha subito importanti modifiche che le imprese devono conoscere per non perdere l’accesso all’incentivo e per evitare errori nella fase di fruizione.

Il nuovo meccanismo prevede una procedura più articolata, fondata su un sistema di prenotazione delle risorse, un monitoraggio continuo da parte del MIMIT e dell’Agenzia delle Entrate, e l’introduzione di un nuovo codice tributo per la compensazione.

Quando si può iniziare a compensare

La compensazione del credito d’imposta non è più automatica. Le imprese potranno iniziare a utilizzarlo dal giorno 10 del mese successivo a quello in cui il MIMIT trasmette all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese ammesse. Questo elenco viene aggiornato mensilmente e include solo le imprese che hanno completato correttamente l’iter previsto.

Chi può accedere

Possono accedere alla compensazione le imprese che hanno inviato la comunicazione di completamento degli investimenti, secondo il modello allegato al decreto direttoriale del 16 giugno 2025. È fondamentale che l’intero iter – comunicazione preventiva, comunicazione con acconto e comunicazione di completamento – sia stato rispettato nei tempi e nelle modalità previste.

Come si compensa

Per la compensazione in F24, è stato istituito il nuovo codice tributo “7077”, che deve essere utilizzato indicando come anno di riferimento quello in cui è stato completato l’investimento. Questo codice si applica esclusivamente agli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2025 e soggetti alle nuove regole.

Per gli investimenti precedenti o coperti dalla clausola di salvaguardia (cioè quelli per cui entro il 31 dicembre 2024 è stato accettato l’ordine e versato almeno il 20% del costo), resta valido il codice tributo “6936”.

Il nuovo iter di accesso al credito

Il processo si articola in tre fasi:

  1. Comunicazione preventiva: va inviata il prima possibile e comunque entro il 31 gennaio 2026. Serve a prenotare le risorse e determina la priorità in base all’ordine cronologico di invio.
  2. Comunicazione con acconto: deve essere trasmessa entro 30 giorni dalla preventiva, attestando il pagamento di almeno il 20% del costo o la stipula del contratto di leasing.
  3. Comunicazione di completamento: va inviata al termine dell’investimento, entro il 31 gennaio 2026 (per investimenti effettuati entro il 2025) o entro il 31 luglio 2026 (per investimenti completati entro il 30 giugno 2026).

Attenzione alle tempistiche e alla disponibilità delle risorse

Il credito d’imposta è soggetto a un limite di spesa annuale di 2,2 miliardi di euro, applicabile solo agli investimenti in beni materiali 4.0 effettuati dal 2025 in poi. Per questo motivo, è fondamentale rispettare le scadenze e inviare le comunicazioni nei tempi previsti.

Le imprese che hanno trasmesso le comunicazioni con il vecchio modello entro il 15 maggio 2025 possono mantenere la priorità, a condizione che aggiornino la documentazione entro il 17 luglio 2025. Chi ha inviato le comunicazioni dopo tale data o non le ha inviate affatto, dovrà seguire la nuova procedura e sarà soggetto alla disponibilità residua delle risorse.

Conclusioni

Il nuovo credito d’imposta Transizione 4.0 rappresenta un’opportunità importante per le imprese che investono in innovazione e digitalizzazione, ma richiede una gestione attenta e puntuale della documentazione. La corretta compilazione delle comunicazioni, il rispetto delle scadenze e l’utilizzo dei codici tributo appropriati sono elementi essenziali per non perdere il beneficio.

FI Group supporta le imprese in ogni fase del processo, dalla pianificazione dell’investimento alla gestione operativa delle pratiche, garantendo conformità normativa e massimizzazione del vantaggio fiscale.

Credito d’imposta ricerca e sviluppo: gestione del Processo Verbale di Constatazione

Come comportarsi quando l’Agenzia delle Entrate a seguito dei controlli emana un verbale di contestazione?
Quali strategie operative attuare per ridurre o annullare gli effetti negativi del PVC?

Un appuntamento in cui, anche in vista della chiusura dei termini per il Riversamento del Credito d’Imposta Ricerca e Sviluppo, prevista per il 3 giugno 2025, faremo chiarezza sulla normativa di riferimento e presenteremo dei casi pratici.

Compliance nella Ricerca & Sviluppo: un volano per la crescita sostenibile delle imprese

Nel panorama della finanza agevolata, la compliance nella Ricerca e Sviluppo (R&S) non è più un’opzione, ma una necessità strategica. Rispettare normative, standard etici e regolamenti interni non solo tutela l’impresa da sanzioni, ma rappresenta un vero e proprio asset competitivo.

Vuoi maggiori informazioni sul tema? Partecipa al webinar firmato FI Group e PVM Avvocati.

Compliance nella Ricerca & Sviluppo, perché la compliance è fondamentale?

  1. Conformità normativa e legale
    La compliance garantisce l’aderenza a riferimenti fondamentali come il Manuale di Frascati e quello di Oslo, evitando sanzioni e danni reputazionali.
  2. Controllo delle responsabilità
    Protegge i manager e il personale strategico da rischi legali, definendo chiaramente ruoli e obblighi.
  3. Tutela della proprietà intellettuale
    Un sistema di compliance efficace salvaguarda brevetti, marchi e know-how, valorizzando l’innovazione aziendale.
  4. Accesso ai finanziamenti
    Le imprese compliant sono più credibili per investitori e enti pubblici, facilitando l’ottenimento di fondi e bandi.
  5. Reputazione e fiducia
    Un’impresa che rispetta le regole si distingue sul mercato, rafforzando la propria immagine e la fiducia degli stakeholder.

Compliance nella Ricerca & Sviluppo, il perimetro del rischio e il ruolo del risk assessment

Ogni impresa opera entro un “perimetro soggettivo di rischio”, che varia in base all’attività svolta. Definire questo confine – attraverso il risk assessment – consente di distinguere tra condotte lecite e potenzialmente illecite. Agire all’interno di questo perimetro significa operare in piena legalità, proteggendo i margini di profitto da rischi imprevisti.

Il rischio dell’over-compliance

Essere compliant non significa appesantire l’organizzazione con burocrazia inutile. Un sistema di controllo eccessivo può rendere l’impresa inefficiente. L’equilibrio tra controllo e flessibilità è la chiave per una compliance efficace e sostenibile.

Compliance come leva di sviluppo

La compliance non è solo un obbligo, ma un’opportunità per ripensare l’impresa. Conoscere i propri rischi, adattarsi alle normative e comunicare i propri valori rafforza la competitività. In un mercato sempre più attento al “come” oltre che al “cosa”, la compliance diventa un volano di crescita e innovazione.

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