innovazione

Fine incentivi e Piano Transizione 50: strategie e soluzioni

Partecipa al webinar: Fine incentivi 5.0 – Strategie e Soluzioni

Registrati qui!

Gli Incentivi 5.0 sono finiti? No: sono stati revocati

Il Piano Transizione 5.0 era una misura pensata per sostenere le imprese italiane negli investimenti in innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. Tuttavia, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha annunciato la revoca degli incentivi, lasciando un temporaneo vuoto normativo e operativo per migliaia di aziende.

Perché è stato revocato?

La revoca è legata a esaurimento delle risorse e alla necessità di ridefinire le politiche di sostegno. Questo ha generato incertezza e rischi per le imprese che avevano già pianificato investimenti.

Quali sono gli impatti per le imprese?

La fine degli incentivi comporta:

  • Rischio finanziario immediato: spese sostenute senza garanzia di rimborso.
  • Progetti bloccati: perdita di vantaggio competitivo e ritardi nella supply chain.
  • Incertezza strategica: difficoltà nel rispettare scadenze e contratti.

Webinar Gratuito: Fine incentivi 5.0 – Strategie e Soluzioni

Registrati qui!

Giovedì 13 novembre 2025, ore 12:00 – 12:45 (CET)
I nostri consulenti tecnici con oltre 10 anni di esperienza su bandi e incentivi ti guideranno attraverso:
  • Analisi completa della revoca e dei suoi impatti settoriali.
  • Alternative disponibili per le imprese.
  • Strategie di recupero per gli investimenti già avviati.
  • Sessione Q&A live: porta le tue domande, ottieni risposte immediate.
 Non lasciare che questo momento di incertezza blocchi la tua crescita.

FAQ – Transizione 5.0 e 4.0

Le risorse per Transizione 5.0 sono esaurite?
Sì, il MIMIT ha comunicato l’esaurimento delle risorse il 7 novembre 2025. Tuttavia, è ancora possibile presentare nuove prenotazioni fino al 31 dicembre, che saranno gestite in ordine cronologico se verranno reperite nuove risorse.

Il Governo sta cercando nuove risorse per Transizione 5.0?
Sì, il MIMIT è al lavoro per reperire fondi aggiuntivi, vista l’elevata adesione delle imprese alla misura.

Cosa succede alle domande presentate dopo l’esaurimento delle risorse?
Le domande restano valide e saranno considerate in ordine cronologico qualora vengano stanziate nuove risorse.

Quando sarà operativo il nuovo Piano Transizione 5.0?
Il nuovo piano entrerà in vigore il 1° gennaio 2026, in piena continuità con la misura attuale.

Qual è la situazione di Transizione 4.0?
Le risorse sono quasi esaurite: il GSE segnala una disponibilità residua di circa 53 milioni di euro alle ore 13 dell’11 novembre.

Quanti nuovi progetti sono stati caricati sulla piattaforma GSE?
Dal 10 all’11 novembre sono stati caricati 742 nuovi progetti, per un valore complessivo di 231 milioni di euro.

Vincere gli Accordi per l’innovazione

Partecipa al webinar: Vincere gli Accordi per l’innovazione

Scopri come ottenere fino al 60% di contributi per i tuoi progetti di Ricerca e Sviluppo.
731 milioni di euro per sostenere l’innovazione tecnologica e la competitività del sistema produttivo nazionale.

Perché partecipare?

Gli Accordi per l’Innovazione sono una delle principali opportunità di finanziamento per le imprese italiane che investono in Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale. Il nostro webinar gratuito ti offre una guida pratica per:
  • Comprendere i requisiti di accesso e le modalità di candidatura per ottenere fino al 60% di contributi a fondo perduto
  • Scoprire le strategie vincenti per ottenere il massimo delle agevolazioni
  • Evitare gli errori più comuni che compromettono l’esito della domanda
  • Capire la cumulabilità con altri incentivi nazionali ed europei

Dettagli del webinar

  • Data: 26 novembre 2025
  • Durata: 30 minuti + Q&A
  • Modalità: Online (link inviato via email dopo l’iscrizione)

 

Chi dovrebbe partecipare?

  • CFO, CEO, Innovation Manager
  • Responsabili R&D e Finanza
  • Consulenti aziendali e Project Manager

Accordi per l’Innovazione: cosa finanzia il bando

  • Progetti tra 5 e 40 milioni di euro
  • Durata: 18–36 mesi
  • Avvio: dopo la presentazione della domanda

Settori prioritari:

  • Intelligenza artificiale e robotica
  • Tecnologie digitali e quantistiche
  • Materiali avanzati
  • Mobilità intelligente e stoccaggio energia
  • Industrie circolari e low-carbon
  • Bioeconomia e sistemi alimentari innovativi

Iscriviti ora

Compila il modulo per riservare il tuo posto. I posti sono limitati!

FAQ

Quali attività sono finanziabili?

Sono finanziabili attività di Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale con un forte contenuto tecnologico e strategico, coerenti con le priorità del PNRR e della Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente.

È possibile cumulare il contributo con altri incentivi?

Sì, in molti casi è possibile cumulare con altri strumenti nazionali o europei, previa verifica di compatibilità.

Chi può partecipare al bando?

Imprese di qualsiasi dimensione, centri di ricerca, consorzi e partenariati pubblico-privati.

Quando si può presentare domanda?

Le domande si presentano a sportello tramite la piattaforma MIMIT. Le date ufficiali sono pubblicate sul sito del Ministero.

European Innovation Scoreboard 2025 Italia: Approfondimento Esclusivo e Opportunità Chiave

La Commissione Europea conferma la crescita dell’innovazione nell’UE: dal 2018 la performance è aumentata del 12,6%, trainata da investimenti in R&S, digitalizzazione e collaborazione pubblico-privata. L’Italia migliora ma resta tra i Moderate Innovators, con progressi in connettività, co-pubblicazioni scientifiche e innovazioni nelle PMI.

Posizione dell’Italia nell’European Innovation Scoreboard 2025 Italia

Secondo l’European Innovation Scoreboard 2025 Italia, il nostro Paese si conferma tra i Moderate Innovators, con una performance pari al 93% della media UE, superiore alla media del proprio gruppo (85,9%). L’Italia si colloca al 14° posto tra gli Stati membri, con un miglioramento del 15,4% rispetto al 2018.

Punti di forza dell’Italia:

  • Registrazione di design: prima in Europa.
  • Produttività delle risorse: seconda in Europa.
  • Innovazioni da PMI: terza per impatto su vendite e occupazione.

Criticità:
Persistono ritardi nell’adozione di tecnologie avanzate, nella digitalizzazione delle imprese e nello sviluppo di infrastrutture cloud e competenze ICT.

Posizione dell’Italia nell’European Innovation Scoreboard 2025 Italia

Secondo l’EIS 2025, l’Italia conferma una crescita costante nella capacità innovativa, pur restando tra i Moderate Innovators (70-100% della media UE). Il Regional Innovation Scoreboard mostra progressi in tutte le 21 regioni tra il 2018 e il 2025. Le più performanti:

  • Provincia Autonoma di Trento, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia GiuliaStrong Innovators- con punteggi superiori alla media UE.
  • Sei regioni, tra cui Lazio e Piemonte, si collocano tra i Moderate Innovators+.

Campania registra il miglioramento più significativo (+22,8%). Anche Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna avanzano grazie a:

  • Maggiore penetrazione della banda larga.
  • Incremento delle co-pubblicazioni scientifiche internazionali.
  • Innovazioni di prodotto e processo nelle PMI.

Questi trend indicano un ecosistema in evoluzione, ma con margini di crescita su investimenti in R&S, attrazione di talenti e digitalizzazione avanzata.

Iniziative UE per l’Innovazione e l’European Innovation Scoreboard 2025 Italia

Competitiveness Compass e Impatti sull’European Innovation Scoreboard 2025 Italia

Presentato a gennaio 2025, il Competitiveness Compass è la roadmap UE per rilanciare la competitività, basata sul rapporto Draghi. Le priorità:

  • Colmare il divario di innovazione con una strategia per startup e scaleup, semplificazione normativa e il possibile “28° regime” per regole uniche.
  • Decarbonizzare l’economia tramite il Clean Industrial Deal e piani per settori energivori.
  • Ridurre dipendenze strategiche con partenariati verdi e accesso sicuro a materie prime e tecnologie.

Secondo l’European Innovation Scoreboard 2025, l’UE ha migliorato la performance del 12,6% dal 2018, ma l’Italia resta tra i Moderate Innovators (70-100% della media UE), con progressi in digitalizzazione e collaborazione pubblico-privato, ma ancora gap su investimenti in R&S e attrazione di talenti. Il Compass offre all’Italia l’opportunità di accelerare su AI, biotech e transizione green, sfruttando fondi e semplificazioni per scalare l’ecosistema innovativo nazionale.

Choose Europe: Talenti e Innovazione

Lanciata a maggio 2025, la campagna Choose Europe investe 500 milioni di euro per attrarre ricercatori e imprenditori di alto profilo. Tra le iniziative: borse MSCA post-doc per favorire la mobilità scientifica, ERC Advanced Grants fino a 2,5 milioni di euro per progetti di frontiera, e incentivi mirati al trasferimento di ricercatori stranieri verso hub europei. L’obiettivo è rafforzare la competitività globale dell’UE, creando un ecosistema che integri ricerca, impresa e innovazione.

EU Innovation Law e il Ruolo dell’Italia

In consultazione pubblica, la futura EU Innovation Law definirà criteri condivisi per le imprese innovative e riformerà i sistemi nazionali di R&S&I.
La futura European Innovation Act, attualmente in consultazione pubblica, punta a creare un ecosistema unico per startup e imprese innovative, armonizzando norme e incentivi tra Stati membri. Tra le misure previste: semplificazione burocratica, sandbox regolatori, accesso facilitato a capitali e talenti, e il possibile “28° regime” per ridurre frammentazioni fiscali. L’Italia, con un tessuto di PMI e centri di ricerca in crescita, ha l’opportunità di guidare la definizione di standard comuni e sfruttare la riforma dei sistemi nazionali di R&S&I per attrarre investimenti e accelerare la transizione tecnologica.

Il Ruolo delle PMI e i Finanziamenti Europei

Le PMI italiane sono protagoniste nell’innovazione, ma devono accelerare la digitalizzazione e l’adozione di tecnologie avanzate. Programmi come Horizon Europe e InvestEU offrono opportunità di finanziamento per progetti di ricerca, sviluppo sostenibile e transizione digitale.
Secondo l’European Innovation Scoreboard 2025 Italia, le PMI che investono in innovazione registrano una crescita più rapida in fatturato e occupazione.

Opportunità per le imprese italiane

Le aziende possono beneficiare di:

  • Finanziamenti nazionali ed europei per progetti innovativi.
  • Collaborazioni con centri di ricerca e startup.
  • Supporto alla progettazione e gestione dei fondi, come offerto da FI Group.

FI Group accompagna le imprese lungo tutto il ciclo di vita del progetto:

  • Preparazione delle proposte.
  • Interazione con le istituzioni.
  • Gestione dei dossier.
  • Giustificazione e audit finale.

Secondo l’European Innovation Scoreboard 2025 Italia, il nostro Paese mostra una crescita costante nella capacità innovativa, pur restando tra i Moderate Innovators. Le iniziative UE e i progressi regionali offrono opportunità concrete per imprese e territori.

Accordi per l’Innovazione: scopri le novità nella Manovra 2026

La Manovra di Bilancio 2026, presentata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, conferma l’impegno del Governo nel sostenere la competitività e la transizione tecnologica delle imprese italiane. In un quadro macroeconomico prudente, le misure per l’innovazione si collocano tra le priorità strategiche per favorire crescita, digitalizzazione e sostenibilità.

Cosa sono gli Accordi per l’Innovazione

Gli Accordi per l’Innovazione, gestiti dal MIMIT, finanziano progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale ad alto impatto tecnologico. Sono strumenti negoziali che prevedono:

  • Contributo diretto alla spesa e finanziamento agevolato (max 20% dei costi).
  • Procedura valutativa negoziale per accelerare l’approvazione.
  • Maggiorazioni: +10% per progetti con organismi di ricerca; extra incentivi regionali (min 5%).

Novità nella Manovra 2026

La Manovra 2026 introduce una nuova dotazione finanziaria e priorità strategiche in linea con le transizioni digitale e green. I progetti devono essere coerenti con le traiettorie tecnologiche individuate dal Piano Nazionale Ricerca.

Chi può accedere ai finanziamenti

Possono accedere:
  • Imprese di qualsiasi dimensione con almeno due bilanci approvati
  • Centri di ricerca
  • Organismi di ricerca

Tecnologie e settori prioritari

I settori prioritari includono:
  • Intelligenza Artificiale
  • Semiconduttori
  • Tecnologie quantistiche
  • Mobilità intelligente
  • Bioinnovazione
  • Transizione energetica

Dotazione finanziaria e requisiti

  • Risorse disponibili: 731 milioni € (530 mln per aree manifatturiere e digitali, 201 mln per altre aree strategiche).
  • Beneficiari: imprese di qualsiasi dimensione con almeno due bilanci approvati, centri di ricerca e organismi di ricerca.
  • Progetti ammissibili:
    • Spese tra 5 e 40 milioni €.
    • Durata 18–36 mesi.
    • Avvio dopo la domanda.
  • Intensità aiuto:
    • Fino al 45% per PMI, 35% medie imprese, 25% grandi imprese.

Settori e tecnologie prioritarie

Gli Accordi per l’Innovazione si concentrano su tecnologie abilitanti fondamentali (KETs) e ambiti Horizon Europe:

  • Tecnologie di fabbricazione avanzata.
  • Tecnologie digitali (incluse quantistiche).
  • Materiali innovativi.
  • Intelligenza artificiale e robotica.
  • Industrie circolari e low-carbon.
  • Mobilità intelligente e stoccaggio energia.
  • Sistemi alimentari e bioinnovazione.

Bisogni delle imprese e opportunità

Le imprese italiane puntano a ridurre i costi di R&S, accelerare il time-to-market e accedere a tecnologie avanzate. Gli Accordi per l’Innovazione rispondono a queste esigenze offrendo:

  • Contributi fino al 45% e finanziamenti agevolati.
  • Partnership strategiche con centri di ricerca.
  • Cumulabilità con altri incentivi nazionali ed europei.

Partecipa al webinar: Vincere gli Accordi per l’innovazione

FAQ

1. Quali sono i tempi medi di approvazione?
Tra 4 e 6 mesi, a seconda della complessità del progetto.

2. È possibile presentare progetti in partnership internazionale?
Sì, purché il coordinamento e la sede operativa principale siano in Italia.

3. Gli incentivi sono cumulabili con fondi europei come Horizon Europe?
Sì, nel rispetto dei limiti di cumulo previsti dalla normativa UE sugli aiuti di Stato.

4. Quali settori hanno priorità?
Digitalizzazione, transizione ecologica, semiconduttori, tecnologie quantistiche e AI.

5. È previsto un monitoraggio post-finanziamento?
Sì, con obbligo di rendicontazione periodica e verifiche sul raggiungimento degli obiettivi tecnologici.

Il nuovo incentivo 2026: la doppia transizione digitale ed energetica

Nuovo incentivo 2026: verso un unico incentivo la doppia transizione digitale ed energetica

Nel 2026, il panorama degli incentivi fiscali per le imprese italiane cambierà radicalmente. Il Governo sta progettando un nuovo incentivo unico che accorperà le misure di Transizione 4.0 e 5.0, con l’obiettivo di semplificare l’accesso ai benefici e sostenere la doppia transizione: digitale e green.

Questa nuova misura, finanziata con risorse nazionali, nasce dalla necessità di superare le complessità del Piano Transizione 5.0 e di offrire alle imprese uno strumento più snello, efficace e inclusivo.

Il nuovo incentivo 2026: tempistiche e criticità operative

Il progetto è ancora in fase embrionale e non è certo che il nuovo incentivo venga inserito nella Legge di Bilancio 2026. La rinegoziazione del PNRR è il primo passo cruciale, seguito dalla definizione delle regole operative.

Se il Piano Transizione 5.0 non verrà prorogato oltre il 31 dicembre 2025, le imprese rischiano di trovarsi senza strumenti di sostegno nei primi mesi del 2026. Una proroga fino ad aprile 2026 o una partenza retroattiva del nuovo incentivo potrebbero garantire continuità, ma entrambe le soluzioni presentano criticità.

Dotazione finanziaria e origine delle risorse

Il nuovo incentivo sarà alimentato da fondi liberati attraverso una riallocazione strategica delle risorse del PNRR. Dei 6,3 miliardi previsti per Transizione 5.0, circa 2,1 miliardi sono già stati prenotati, e si ipotizza una chiusura della misura attuale intorno ai 2,5 miliardi. Questo lascerebbe circa 3,8–4 miliardi disponibili per il nuovo piano.

Tuttavia, la disponibilità effettiva dipenderà dalla capacità del Governo di spendere integralmente le risorse prenotate, evitando penalizzazioni e garantendo una transizione fluida verso il nuovo incentivo.

Durata e struttura: tra ambizione e realismo del nuovo incentivo 2026

Inizialmente si è parlato di una misura triennale, ma le attuali ipotesi più realistiche indicano una durata annuale o biennale, in linea con la residua durata del Governo. Se i fondi disponibili (circa 3,5 miliardi) venissero distribuiti su due anni, si rischierebbe di diluire l’efficacia dell’incentivo. Una misura annuale, invece, permetterebbe un impatto più deciso e mirato.

Un format semplificato: addio burocrazia?

Uno dei punti più apprezzati del nuovo incentivo sarà la semplificazione del format. Il Governo e Confindustria spingono per un modello senza piattaforme complesse, senza calcoli articolati e senza vincoli PNRR come il principio DNSH, che ha escluso molte imprese energivore dal Piano 5.0.

Questo approccio mira a rendere l’incentivo accessibile a tutte le aziende, superando le barriere burocratiche che hanno limitato l’efficacia delle misure precedenti.

Aliquote: due binari per digitale e green

Il nuovo incentivo dovrebbe prevedere due sole aliquote:

  • Una per gli investimenti digitali (Transizione 4.0)
  • Una per quelli energetici e ambientali (Transizione 5.0)

Non è ancora chiaro se le due aliquote saranno indipendenti o se, come nel modello attuale, l’investimento digitale sarà prerequisito per accedere all’incentivo green. In ogni caso, l’eliminazione di soglie e scaglioni dovrebbe semplificare notevolmente l’accesso.

Revisione degli allegati A e B: nuovi beni ammissibili

I tecnici del MIMIT stanno lavorando alla revisione degli allegati A e B, che definiscono i beni materiali e immateriali agevolabili. Si ipotizza anche l’introduzione di un Allegato C dedicato ai beni strumentali per l’efficienza energetica.

Questa revisione potrebbe finalmente includere categorie finora escluse, come motori elettrici, server industriali e tecnologie per l’autoproduzione da fonti rinnovabili. È fondamentale che questa apertura non si trasformi in un “assalto alla diligenza”, ma in una valorizzazione mirata dell’innovazione industriale.

Cosa aspettarsi

La semplificazione del format, la revisione dei beni agevolabili e l’eliminazione dei vincoli PNRR sono segnali positivi.

Tuttavia, sarà fondamentale che il Governo:

  • Definisca tempistiche chiare
  • Offra strumenti digitali efficienti
  • Garantisca trasparenza normativa

Solo così le imprese potranno pianificare con fiducia i propri investimenti in tecnologie 4.0, efficienza energetica e formazione avanzata.

ZES Unica 2026, Transizione 5.0 e Contratti di Sviluppo: guida comparativa agli incentivi per investire nel Mezzogiorno

Finanza agevolata 2025-2026: strumenti strategici per imprese e investitori

Nel contesto della politica industriale italiana, il Mezzogiorno si conferma come area prioritaria per l’allocazione di risorse pubbliche e incentivi fiscali. La ZES Unica, il piano Transizione 5.0 e i Contratti di sviluppo Invitalia costituiscono un triangolo agevolativo che consente alle imprese di strutturare investimenti ad alta intensità di capitale, innovazione e sostenibilità.

Matrice comparativa: ZES Unica vs Transizione 5.0 vs Contratti di sviluppo

Parametro ZES Unica Transizione 5.0 Contratti di sviluppo
Tipologia agevolazione Credito d’imposta Credito d’imposta + contributo Contributo + finanziamento agevolato
Ambito di investimento Beni strumentali, immobili, terreni Industria 4.0 + risparmio energetico ≥ 3% Programmi industriali, turistici, ambientali
Soglie di accesso Min. €200.000 – Max. €100 mln Min. €40.000 – Max. €50 mln Min. €20 mln (grandi imprese), €7,5 mln (PMI)
Localizzazione Regioni del Mezzogiorno Tutto il territorio nazionale Tutto il territorio nazionale
Cumulabilità Sì, con Transizione 5.0 e altri Sì, con ZES e PNRR Limitata, valutata caso per caso
Requisiti documentali Certificazione revisore, comunicazioni AdE Diagnosi energetica, asseverazione tecnica Business plan, piano industriale, bilanci
Gestione operativa Agenzia delle Entrate GSE + AdE Invitalia
Tempistiche Comunicazioni annuali Domanda online, valutazione tecnica Procedura negoziale, istruttoria Invitalia
Benefici fiscali potenziali Fino al 60% Fino al 45% cumulabile Fino al 75% cumulato tra contributi e finanziamenti

ZES Unica: fiscalità incentivante per il Sud

La Zona Economica Speciale Unica è stata istituita con il DL 124/2023 e prorogata dalla Legge di Bilancio 2025. Prevede un credito d’imposta fino al 60% per investimenti in beni strumentali, immobili e terreni nelle regioni del Mezzogiorno. È cumulabile con altri aiuti di Stato, inclusi quelli del piano Transizione 5.0.

Requisiti chiave

  • Investimento minimo: €200.000.
  • Certificazione obbligatoria da revisore legale.
  • Comunicazione iniziale: 31 marzo – 30 maggio 2025.
  • Comunicazione integrativa: 18 novembre – 2 dicembre 2025.

Transizione 5.0: innovazione e sostenibilità

Il piano Transizione 5.0 è il naturale evolutivo del precedente 4.0, con focus su digitalizzazione e risparmio energetico. È cumulabile con ZES Unica, purché il beneficio totale non superi il 100% del costo netto dell’investimento.

Ambiti agevolabili

  • Macchinari interconnessi.
  • Impianti fotovoltaici.
  • Software gestionali.
  • Formazione tecnica.

Contratti di sviluppo: grandi progetti industriali

Gestiti da Invitalia, i Contratti di sviluppo sono pensati per progetti complessi e ad alto impatto. Offrono contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, ma richiedono una istruttoria tecnica dettagliata e una valutazione negoziale.

Strategie operative per imprese e advisor

  1. Segmentazione degli investimenti

Pianificare su base biennale per sfruttare ZES Unica 2025 e 2026.

  1. Cumulo intelligente

Simulare scenari di cumulo tra ZES e Transizione 5.0 per ottimizzare il beneficio fiscale.

  1. Governance documentale

Predisporre dossier tecnico-contabili, certificazioni e comunicazioni AdE.

Conclusione: il Mezzogiorno come hub fiscale e produttivo

La sinergia tra ZES UnicaTransizione 5.0 e Contratti di sviluppo consente alle imprese di strutturare investimenti ad alta intensità agevolativa. Il Mezzogiorno si configura come laboratorio di fiscalità incentivante, dove la finanza agevolata diventa leva competitiva per la crescita industriale.

Fondo Transizione Industriale: la spinta green che le imprese italiane stavano aspettando

In un momento storico in cui la sostenibilità non è più un’opzione ma una necessità, il Fondo per la Transizione Industriale si presenta come una delle leve più concrete per accompagnare le imprese italiane verso un futuro più verde, efficiente e competitivo.

Lanciato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il fondo mette sul piatto 400 milioni di euro per sostenere progetti industriali che puntano a ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi. Non si tratta di aumentare la produzione, ma di produrre meglio, con meno sprechi, meno emissioni e più innovazione.

Un fondo, quattro direttrici strategiche

Il cuore del bando è chiaro: aiutare le imprese a trasformarsi. Come? Attraverso interventi mirati su:

  • Efficientamento energetico degli impianti
  • Uso circolare delle risorse (riuso, riciclo, recupero)
  • Produzione di energia rinnovabile per autoconsumo
  • Tecnologie digitali e Industria 4.0 applicate alla sostenibilità

Le agevolazioni sono a fondo perduto, fino al 40% per le PMI e al 30% per le grandi imprese, con la possibilità di cumulare altri incentivi. Un’occasione concreta per chi vuole innovare senza compromettere la solidità finanziaria.

Le origini del Fondo Transizione Industriale: una risposta strutturale alla sfida climatica

Il fondo nasce con la Legge di Bilancio 2022, ma affonda le sue radici nel PNRR e nelle politiche europee per la transizione ecologica. È regolato da due decreti chiave (ottobre 2022 e dicembre 2024) che ne definiscono criteri e modalità operative.

Non è un’iniziativa spot, ma parte di una strategia più ampia per decarbonizzare l’industria italiana e renderla protagonista del cambiamento.

I risultati delle edizioni precedenti del Fondo Transizione Industriale

I numeri parlano chiaro:

  • Centinaia di progetti finanziati in tutta Italia
  • 40% delle risorse al Sud, a sostegno della coesione territoriale
  • 50% dei fondi alle imprese energivore, con impatti tangibili sulla riduzione dei consumi

Ma non è solo questione di numeri. Molte aziende hanno colto l’occasione per ripensare il proprio modello produttivo, ottenere certificazioni ambientali, migliorare il proprio rating ESG e posizionarsi meglio sui mercati internazionali.

Le aspettative delle imprese per il nuovo bando Fondo Transizione Industriale

Con l’apertura del nuovo sportello prevista dal 17 settembre al 10 dicembre 2025, le imprese si preparano a cogliere l’opportunità. Le richieste più frequenti?

  • Procedure snelle e tempi certi di valutazione
  • Maggiore flessibilità nei progetti ammissibili
  • Integrazione tra transizione ambientale e digitale
  • Più spazio alle PMI, spesso penalizzate nei bandi precedenti

C’è voglia di investire, ma anche bisogno di chiarezza, velocità e visione.

Un’occasione da non perdere

Il Fondo per la Transizione Industriale non è solo un incentivo economico. È un acceleratore di cambiamento, una leva per rendere il nostro sistema produttivo più resiliente, moderno e sostenibile.

Per le imprese italiane, è il momento di agire. Preparare un progetto solido, coerente con gli obiettivi ambientali e ben strutturato può fare la differenza tra restare fermi o diventare protagonisti della nuova economia green.

Piano Transizione 5.0, tutti i dettagli sul nuovo incentivo

Il Consiglio dei Ministri ha convertito in legge il Decreto del 19 del 2 marzo 2024: “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza“. A seguire l’analisi dell’articolo dedicato Piano Transizione 5.0, ed il relativo credito d’imposta.

Quando si applica il Piano Transizione 5.0

Si ricade nel nuovo incentivo Transizione 5.0 quando un investimento in beni 4.0 apporta ad riduzione dei consumi energetici:

  • ≥ 3% sull’intera struttura produttiva, oppure
  • ≥ 5% sui processi interessati dall’investimento.

In questo caso, verranno quindi applicate le norme del Piano Transizione 5.0 e non più quelle del Piano Transizione 4.0. Inoltre, a differenza del Piano Transizione 4.0, il recupero del credito avverrà in un’unica quota e non in tre. Il piano Transizione 4.0 resta operativo per tutti gli investimenti nei beni previsti negli allegati A e B quando:

  • non generano risparmio;
  • generano risparmio sotto le soglie minime previste dal Transizione 5.0.

Piano Transizione 5.0, le linee principali

Il Piano Transizione 5.0 vede stanziati 6,3 miliardi per il biennio 2024-2025, che saranno erogati alle imprese attraverso lo schema del credito d’imposta suddiviso per:

  • beni strumentali, 3.780 milioni di €;
  • sistemi per autoproduzione e autoconsumo di energia, 1.890 milioni di €;
  • formazione, 630 milioni di €.

A seguire ecco spiegate condizioni di accesso all’incentivo per ciascun ambito.

Beni strumentali

Per accedere all’incentivo è necessario effettuare un investimento in almeno uno dei beni strumentali materiali e immateriali previsti agli allegati A e B del Piano Transizione 4.0. Tali beni devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Inoltre, è necessario che i beni siano inseriti in un progetto di innovazione che consenta di ottenere una riduzione dei consumi energetici.

condizione che:

  • siano interconnessi al sistema aziendale;
  • siano parte di un progetto che comporti il risparmio energetico minimo richiesto.

L’allegato B, dedicato ai software, amplia l’accesso agli incentivi anche per:

  • software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding);
  • i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui alla lettera a).

Autoconsumo e autoproduzione

Gli investimenti dell’impresa devono far parte di un progetto di innovazione che prevede l’acquisto di beni strumentali. Entro i limiti che saranno stabiliti da un successivo provvedimento ministeriale sarà possibile accedere al credito d’imposta anche per i “beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, a eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta”.

Sono agevolati gli investimenti in:

  • impianti per l’autoproduzione da fonti rinnovabili (escluse biomasse);
  • sistemi di accumulo.

Moduli fotovoltaici

L’incentivo è limitato ai soli pannelli prodotti negli Stati membri dell’Unione europea con efficienza pari ad almeno il 21,5%.

Maggiorazione incentivo (solo per il fotovoltaico) in caso di:

  • 120% per i moduli fotovoltaici con celle, prodotti negli Stati membri dell’Unione europea con un’efficienza a livello di cella almeno pari al 23,5%. Quindi, al 45% di aliquota massima del Transizione 5.0 spetterà la maggiorazione del 120% della base imponibile.
  • 140% per i moduli prodotti negli Stati membri dell’Unione europea composti da celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio o tandem prodotte nell’Unione europea con un’efficienza di cella almeno pari al 24%. Anche in questo caso al 45% di aliquota massima del Transizione 5.0 spetterà la maggiorazione del 140% della base imponibile.

Formazione del personale

Le spese ammesso sono:

  • se sono finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi;
  • nel limite del 10% degli investimenti effettuati nei beni strumentali (Tabella A e B) e per autoproduzione energia;
  • fino a un massimo di 300 mila euro.

Vincoli:

  • erogazione da soggetti esterni accreditati (DM attuativo in arrivo);
  • esclusione per settori non conformi al principio DNSH (es. fossili, discariche, ETS ad alte emissioni).

Settori esclusi dalla formazione 5.0:

Al fine di rispettare il principio DNSHs non sono agevolabili investimenti destinati alle seguenti attività:

  • connesse ai combustibili fossili;
  • nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS) che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai pertinenti parametri di riferimento;
  • discariche di rifiuti, agli inceneritori e agli impianti di trattamento meccanico biologico;
  • attività nel cui processo produttivo venga generata un’elevata dose di sostanze inquinanti classificabili come rifiuti speciali pericolosi di cui al regolamento (UE) n. 1357/2014 della Commissione, del 18 dicembre 2014 e il cui smaltimento a lungo termine potrebbe causare un danno all’ambiente.

Chi può beneficiare del credito d’imposta Transizione 5.0

Possono accedere al nuovo incentivo tutte le imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, nell’ambito di progetti di innovazione che conseguono una riduzione dei consumi energetici, senza distinzione di forma giuridica, settore, dimensione o regime fiscale.

Sono escluse specificamente le imprese in difficoltà finanziaria o che hanno ricevuto sanzioni interdittive; si richiede inoltre il rispetto delle norme sulla sicurezza e i contributi previdenziali.

L’avvio della fruizione non potrà in nessun caso superare la data del 31 dicembre 2025. Quindi il 31 dicembre è data che sancisce sia il termine per l’effettuazione dell’investimento sia il termine per la certificazione e l’avvio della fruizione dell’incentivo.

Meccanismo di recapture

I beni della Transizione 5.0 vanno mantenuti per minimo 5 anni. È previsto il meccanismo di recapture. Entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di completamento degli investimenti, il credito d’imposta è corrispondentemente ridotto escludendo dall’originaria base di calcolo il relativo costo:

  • Se i beni agevolati sono ceduti a terzi o spostati,
  • non riscattati in leasing,
  • destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa,
  • destinati a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all’agevolazione anche se appartenenti allo stesso soggetto,
  •  nonché in caso di mancato esercizio dell’opzione per il riscatto nelle ipotesi di beni acquisiti in locazione finanziaria.

Il credito d’imposta è corrispondentemente ridotto escludendo dall’originaria base di calcolo il relativo costo.

Il maggior credito d’imposta eventualmente già utilizzato in compensazione è direttamente riversato dal beneficiario entro il termine per il versamento a saldo dell’imposta sui redditi dovuta per il periodo d’imposta in cui si verificano le suddette ipotesi, senza applicazione di sanzioni e interessi.

Il beneficiario può sostituire il bene con bene con caratteristiche tecniche analoghe o superiori e attesti all’avvenuta sostituzione. In caso di costo inferiore la fruizione del credito avviene fino a raggiungere costo nuovo bene (L. n.205 del 27/12/2017).

Cumulabilità

Il credito d’imposta Transizione 5.0 è cumulabile con altri incentivi che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che il cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al periodo precedente, non porti al superamento del costo sostenuto.

Non è invece cumulabile, con il credito d’imposta Transizione 4.0 o con la ZES unica.

Novità 2025: semplificazioni e chiarimenti

Le FAQ del MIMIT (10 aprile 2025, approfondimento qui) introducono importanti semplificazioni:
– presunzione di risparmio per beni obsoleti sostituiti (oltre 24 mesi);
– portabilità della perizia tra 4.0 e 5.0;
– chiarimenti su leasing, autoproduzione, e cumulabilità.

Accedi agli incentivi 5.0 con il supporto di FI Group, da 25 anni accompagniamo gli investimenti delle imprese italiane verso il successo.

Certificazioni

Certification FI Group
Certification FI Group
Certification FI Group
FI Group by EPSA - 04142690249
@FI Group by EPSA Copyright 2025