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ZES Unica, Transizione 5.0 e Contratti di Sviluppo: guida comparativa agli incentivi per investire nel Mezzogiorno

ZES Unica, Transizione 5.0 e Contratti di Sviluppo: guida comparativa agli incentivi per investire nel Mezzogiorno

Finanza agevolata 2025-2026: strumenti strategici per imprese e investitori

Nel contesto della politica industriale italiana, il Mezzogiorno si conferma come area prioritaria per l’allocazione di risorse pubbliche e incentivi fiscali. La ZES Unica, il piano Transizione 5.0 e i Contratti di sviluppo Invitalia costituiscono un triangolo agevolativo che consente alle imprese di strutturare investimenti ad alta intensità di capitale, innovazione e sostenibilità.

Matrice comparativa: ZES Unica vs Transizione 5.0 vs Contratti di sviluppo

Parametro ZES Unica Transizione 5.0 Contratti di sviluppo
Tipologia agevolazione Credito d’imposta Credito d’imposta + contributo Contributo + finanziamento agevolato
Ambito di investimento Beni strumentali, immobili, terreni Industria 4.0 + risparmio energetico ≥ 3% Programmi industriali, turistici, ambientali
Soglie di accesso Min. €200.000 – Max. €100 mln Min. €40.000 – Max. €50 mln Min. €20 mln (grandi imprese), €7,5 mln (PMI)
Localizzazione Regioni del Mezzogiorno Tutto il territorio nazionale Tutto il territorio nazionale
Cumulabilità Sì, con Transizione 5.0 e altri Sì, con ZES e PNRR Limitata, valutata caso per caso
Requisiti documentali Certificazione revisore, comunicazioni AdE Diagnosi energetica, asseverazione tecnica Business plan, piano industriale, bilanci
Gestione operativa Agenzia delle Entrate GSE + AdE Invitalia
Tempistiche Comunicazioni annuali Domanda online, valutazione tecnica Procedura negoziale, istruttoria Invitalia
Benefici fiscali potenziali Fino al 60% Fino al 45% cumulabile Fino al 75% cumulato tra contributi e finanziamenti

ZES Unica: fiscalità incentivante per il Sud

La Zona Economica Speciale Unica è stata istituita con il DL 124/2023 e prorogata dalla Legge di Bilancio 2025. Prevede un credito d’imposta fino al 60% per investimenti in beni strumentali, immobili e terreni nelle regioni del Mezzogiorno. È cumulabile con altri aiuti di Stato, inclusi quelli del piano Transizione 5.0.

Requisiti chiave

  • Investimento minimo: €200.000.
  • Certificazione obbligatoria da revisore legale.
  • Comunicazione iniziale: 31 marzo – 30 maggio 2025.
  • Comunicazione integrativa: 18 novembre – 2 dicembre 2025.

Transizione 5.0: innovazione e sostenibilità

Il piano Transizione 5.0 è il naturale evolutivo del precedente 4.0, con focus su digitalizzazione e risparmio energetico. È cumulabile con ZES Unica, purché il beneficio totale non superi il 100% del costo netto dell’investimento.

Ambiti agevolabili

  • Macchinari interconnessi.
  • Impianti fotovoltaici.
  • Software gestionali.
  • Formazione tecnica.

Contratti di sviluppo: grandi progetti industriali

Gestiti da Invitalia, i Contratti di sviluppo sono pensati per progetti complessi e ad alto impatto. Offrono contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, ma richiedono una istruttoria tecnica dettagliata e una valutazione negoziale.

Strategie operative per imprese e advisor

  1. Segmentazione degli investimenti

Pianificare su base biennale per sfruttare ZES Unica 2025 e 2026.

  1. Cumulo intelligente

Simulare scenari di cumulo tra ZES e Transizione 5.0 per ottimizzare il beneficio fiscale.

  1. Governance documentale

Predisporre dossier tecnico-contabili, certificazioni e comunicazioni AdE.

Conclusione: il Mezzogiorno come hub fiscale e produttivo

La sinergia tra ZES UnicaTransizione 5.0 e Contratti di sviluppo consente alle imprese di strutturare investimenti ad alta intensità agevolativa. Il Mezzogiorno si configura come laboratorio di fiscalità incentivante, dove la finanza agevolata diventa leva competitiva per la crescita industriale.

INCENTIVI, SOVVENZIONI, DIGITALI, IMPRESE

ZES Unica 2025-2026: analisi strategica per imprese e investitori nel Mezzogiorno

Finanza agevolata e fiscalità incentivante per il rilancio produttivo del Sud

La ZES Unica Mezzogiorno, istituita con il DL 124/2023 e operativa dal 1° gennaio 2024, rappresenta una infrastruttura normativa di rilievo sistemico per la politica industriale nel Sud Italia. L’unificazione delle otto ZES regionali ha generato un ecosistema agevolativo semplificato, orientato a favorire investimenti produttivi, reindustrializzazione e reshoring in territori a bassa densità di sviluppo.

Questa misura si inserisce nel quadro più ampio della finanza agevolata nazionale, in sinergia con strumenti come Transizione 5.0Contratti di sviluppo InvitaliaFondo sviluppo e coesione e PNRR.

ZES Unica 2025: credito d’imposta e compliance normativa

La Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) ha confermato il credito d’imposta ZES Unica per investimenti effettuati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025. L’agevolazione è parametrata su base dimensionale e territoriale, con aliquote fino al 60%, e soglie di accesso comprese tra 200.000 euro e 100 milioni di euro per progetto.

Requisiti e ambiti di eleggibilità

  • Investimenti in beni strumentali nuovi, impianti, macchinari, attrezzature.
  • Localizzazione in aree ammissibili secondo la Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.
  • Obbligo di certificazione delle spese da parte di revisore legale iscritto alla sezione A del registro.

Timeline procedurale

  • Comunicazione iniziale: 31 marzo – 30 maggio 2025.
  • Comunicazione integrativa: 18 novembre – 2 dicembre 2025.
  • Trasmissione telematica tramite i modelli approvati dall’Agenzia delle Entrate.

ZES Unica 2026: continuità agevolativa e aggiornamenti tecnici

Il 2026 conferma la proroga del credito d’imposta ZES, con modifiche introdotte dai DL 113/2024 e DL 155/2024, che hanno ridefinito:

  • modelli di comunicazione e le modalità di trasmissione.
  • Le regole di cumulo con altri incentivi, in particolare con Transizione 5.0, secondo il principio di nettizzazione.

Cumulo agevolativo: un approccio integrato

Il credito ZES può essere cumularsi con Transizione 5.0, purché il beneficio complessivo non superi il 100% del costo netto dell’investimento. Esempio operativo:

  • 60% da ZES Unica.
  • 45% su quota residua da Transizione 5.0.
  • Totale agevolazione: 78%.

Strategie per imprese e advisor: come strutturare gli investimenti nel Mezzogiorno

  1. Pianificazione fiscale e industriale
  • Segmentazione degli investimenti in fasi pluriennali per ottimizzare il beneficio su più esercizi.
  • Analisi di ammissibilità territoriale e coerenza con la Carta degli aiuti.
  1. Ottimizzazione del cumulo
  • Simulazioni di impatto fiscale.
  • Verifica di compatibilità con altri strumenti agevolativi.
  • Coordinamento con consulenti di finanza agevolata e fiscalità d’impresa.
  1. Governance documentale
  • Predisposizione di dossier tecnico-economici.
  • Certificazione delle spese e audit interno.
  • Monitoraggio delle FAQ e circolari interpretative dell’Agenzia delle Entrate.

Il Mezzogiorno come laboratorio di fiscalità incentivante

La ZES Unica 2025-2026 non è solo un incentivo, ma un dispositivo di politica economica avanzata. Le imprese che sapranno anticipare la transizione normativa, strutturare gli investimenti in modo strategico e interfacciarsi con partner esperti in finanza agevolata, potranno ottenere benefici fiscali rilevanti, rafforzare la propria posizione competitiva e contribuire al rilancio industriale del Sud Italia.

Bando Turismo Sicilia 2025: 135 milioni a fondo perduto per strutture ricettive

Bando Turismo Sicilia 2025: 135 milioni a fondo perduto per strutture ricettive

Scopri come accedere al Bando Turismo Sicilia 2025: 135 milioni di euro per riqualificare, ampliare o creare strutture ricettive. Agevolazioni fino all’80%.

La Sicilia non smette mai di affascinare. Ma oggi, oltre alla bellezza dei suoi paesaggi, punta a rinnovare anche il modo in cui accoglie i suoi visitatori. Con il Bando Turismo Sicilia 2025, la Regione mette a disposizione 135 milioni di euro a fondo perduto per dare nuova linfa al settore turistico, sostenendo chi vuole riqualificare, ampliare o creare strutture ricettive in chiave moderna e sostenibile.

Un segnale forte, concreto, che parla a chi crede nel turismo come motore di sviluppo e identità.

A chi si rivolge il Bando Turismo Sicilia 2025

Il bando è pensato per tutte le imprese che operano nel settore dell’alloggio in Sicilia: dagli hotel ai B&B, dai campeggi ai rifugi, passando per reti d’impresa e cooperative. L’unico requisito? Avere radici operative nell’isola e la voglia di investire in qualità, innovazione e rispetto per il territorio.

Il contributo è a fondo perduto e varia in base alla tipologia di impresa e al regime applicato:

Regime de minimis

  • Fino all’80% delle spese per progetti tra 50.000 e 300.000 euro

Regime in esenzione

  • Fino al 60% per micro e piccole imprese
  • Fino al 50% per medie imprese
  • Fino al 40% per grandi imprese
  • Per progetti fino a 3,5 milioni di euro

Spese ammissibili

  • Ristrutturazioni e ampliamenti
  • Realizzazione di nuove strutture ricettive
  • Recupero di immobili dismessi
  • Arredi, impianti, domotica, certificazioni
  • Progettazione, direzione lavori, collaudi

Quando e come partecipare al Bando Turismo Sicilia 2025

Le domande si presentano online, sulla piattaforma incentivisicilia.irfis.it

  • Aperto dal 15 luglio 2025
  • In scadenza il 15 ottobre 2025 alle ore 17:00

La selezione sarà a graduatoria, premiando i progetti che dimostrano:

  • Sostenibilità ambientale
  • Digitalizzazione
  • Valorizzazione del territorio
  • Creazione di occupazione stabile

Bando Turismo Sicilia 2025: cosa ci raccontano le edizioni precedenti

Il precedente bando ha lasciato il segno: centinaia di interventi finanziati, strutture storiche riportate alla vita, nuove camere e servizi per accogliere un turismo sempre più esigente e consapevole.

Molte imprese hanno migliorato la propria reputazione ambientale, ridotto i consumi e aumentato la competitività. Un investimento che ha generato valore, dentro e fuori le mura delle strutture.

Le aspettative degli imprenditori

Il settore guarda al nuovo bando con fiducia e speranza. Le richieste sono chiare:

  • Tempi rapidi e trasparenti
  • Procedure semplificate
  • Maggiore flessibilità nei progetti
  • Un occhio di riguardo alle PMI, spesso penalizzate nei bandi precedenti

Molti operatori vedono in questa misura la possibilità di rinnovare le strutture in vista della stagione 2026, intercettando la crescita del turismo in Italia e nel Mediterraneo.

Bando Turismo Sicilia 2025: un’occasione da cogliere

Il Bando Turismo Sicilia 2025 non è solo un incentivo. È una visione di futuro, un invito a credere che l’ospitalità siciliana possa essere più moderna, più sostenibile, più competitiva.

Se sei un’impresa del settore, il momento di agire è adesso. Un progetto ben pensato, coerente con gli obiettivi del bando e radicato nel territorio può fare la differenza.

Il Bando Turismo Sicilia 2025 è molto più di un incentivo economico. È una strategia di rilancio territoriale, che punta a rendere l’isola più attrattiva, sostenibile e competitiva.

Se sei un’impresa del settore turistico, il momento di agire è adesso. Un progetto ben strutturato, coerente con gli obiettivi del bando e radicato nel territorio può fare la differenza.

Global environmental sustainability background green technology

Fondo Transizione Industriale: la spinta green che le imprese italiane stavano aspettando

In un momento storico in cui la sostenibilità non è più un’opzione ma una necessità, il Fondo per la Transizione Industriale si presenta come una delle leve più concrete per accompagnare le imprese italiane verso un futuro più verde, efficiente e competitivo.

Lanciato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il fondo mette sul piatto 400 milioni di euro per sostenere progetti industriali che puntano a ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi. Non si tratta di aumentare la produzione, ma di produrre meglio, con meno sprechi, meno emissioni e più innovazione.

Un fondo, quattro direttrici strategiche

Il cuore del bando è chiaro: aiutare le imprese a trasformarsi. Come? Attraverso interventi mirati su:

  • Efficientamento energetico degli impianti
  • Uso circolare delle risorse (riuso, riciclo, recupero)
  • Produzione di energia rinnovabile per autoconsumo
  • Tecnologie digitali e Industria 4.0 applicate alla sostenibilità

Le agevolazioni sono a fondo perduto, fino al 40% per le PMI e al 30% per le grandi imprese, con la possibilità di cumulare altri incentivi. Un’occasione concreta per chi vuole innovare senza compromettere la solidità finanziaria.

Le origini del Fondo Transizione Industriale: una risposta strutturale alla sfida climatica

Il fondo nasce con la Legge di Bilancio 2022, ma affonda le sue radici nel PNRR e nelle politiche europee per la transizione ecologica. È regolato da due decreti chiave (ottobre 2022 e dicembre 2024) che ne definiscono criteri e modalità operative.

Non è un’iniziativa spot, ma parte di una strategia più ampia per decarbonizzare l’industria italiana e renderla protagonista del cambiamento.

I risultati delle edizioni precedenti del Fondo Transizione Industriale

I numeri parlano chiaro:

  • Centinaia di progetti finanziati in tutta Italia
  • 40% delle risorse al Sud, a sostegno della coesione territoriale
  • 50% dei fondi alle imprese energivore, con impatti tangibili sulla riduzione dei consumi

Ma non è solo questione di numeri. Molte aziende hanno colto l’occasione per ripensare il proprio modello produttivo, ottenere certificazioni ambientali, migliorare il proprio rating ESG e posizionarsi meglio sui mercati internazionali.

Le aspettative delle imprese per il nuovo bando Fondo Transizione Industriale

Con l’apertura del nuovo sportello prevista dal 17 settembre al 10 dicembre 2025, le imprese si preparano a cogliere l’opportunità. Le richieste più frequenti?

  • Procedure snelle e tempi certi di valutazione
  • Maggiore flessibilità nei progetti ammissibili
  • Integrazione tra transizione ambientale e digitale
  • Più spazio alle PMI, spesso penalizzate nei bandi precedenti

C’è voglia di investire, ma anche bisogno di chiarezza, velocità e visione.

Un’occasione da non perdere

Il Fondo per la Transizione Industriale non è solo un incentivo economico. È un acceleratore di cambiamento, una leva per rendere il nostro sistema produttivo più resiliente, moderno e sostenibile.

Per le imprese italiane, è il momento di agire. Preparare un progetto solido, coerente con gli obiettivi ambientali e ben strutturato può fare la differenza tra restare fermi o diventare protagonisti della nuova economia green.

analisi

Crediti d’imposta: nuove regole, più chiarezza e tutele per le imprese

Con l’atto di indirizzo firmato il 1° luglio 2025 dal Viceministro dell’Economia Maurizio Leo e dal Direttore Generale delle Finanze Giovanni Spalletta, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha introdotto importanti chiarimenti sulla distinzione tra crediti d’imposta inesistenti e crediti non spettanti. Un passaggio cruciale per le imprese che hanno beneficiato di agevolazioni fiscali in ambito Ricerca & Sviluppo, Innovazione tecnologica e Transizione 4.0.

Inesistenza vs. Non spettanza: cosa cambia davvero?

Il nuovo orientamento stabilisce che un credito non può essere considerato “inesistente” se la sua contestazione si basa su requisiti tecnici non espressamente richiamati dalla normativa, come ad esempio manuali o linee guida (es. Manuale di Frascati). In questi casi, il credito è da considerarsi “non spettante”, con conseguenze sanzionatorie meno gravi.

Questo chiarimento è particolarmente rilevante per i crediti R&S maturati fino al 2019, quando il Manuale di Frascati non era ancora formalmente richiamato nei decreti ministeriali. La distinzione ha effetto dal 1° settembre 2024, data di entrata in vigore del Decreto Legislativo 87/2024 che ha riformato il sistema sanzionatorio tributario.

Il valore strategico della certificazione

L’atto di indirizzo riconosce un ruolo centrale alla certificazione tecnica prevista dal DL 73/2022 e dal DPCM 15 settembre 2023. Le imprese possono richiederla per attestare la conformità dei propri investimenti alle normative di riferimento. Se ottenuta prima della notifica di un processo verbale di constatazione (PVC), la certificazione può inibire l’azione di recupero da parte dell’Amministrazione finanziaria.

Inoltre, anche per investimenti già effettuati, la certificazione può essere richiesta e comunicata all’Agenzia delle Entrate per prevenire contestazioni basate esclusivamente sulla qualificazione tecnica dell’investimento.

Un cambio di passo anche per il Fisco

Il documento invita gli uffici dell’Amministrazione finanziaria a valutare con attenzione gli atti impositivi e sanzionatori, soprattutto se fondati solo su elementi qualitativi. In presenza di una certificazione valida, tali atti possono essere annullati per nullità, evitando contenziosi e potenziali danni reputazionali per le imprese.

Il messaggio è chiaro: più dialogo, meno rigidità, soprattutto in un contesto in cui gli investimenti agevolati sono spesso di valore elevato e strategico per la competitività del sistema produttivo.

FI Group supporta le imprese nella gestione dei crediti d’imposta e nell’ottenimento delle certificazioni tecniche, garantendo conformità normativa e tutela in caso di controlli. Contattaci per una consulenza dedicata.

INCENTIVI, SOVVENZIONI, DIGITALI, IMPRESE

Credito d’imposta Transizione 4.0: come funziona la nuova compensazione

Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025, il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0 ha subito importanti modifiche che le imprese devono conoscere per non perdere l’accesso all’incentivo e per evitare errori nella fase di fruizione.

Il nuovo meccanismo prevede una procedura più articolata, fondata su un sistema di prenotazione delle risorse, un monitoraggio continuo da parte del MIMIT e dell’Agenzia delle Entrate, e l’introduzione di un nuovo codice tributo per la compensazione.

Quando si può iniziare a compensare

La compensazione del credito d’imposta non è più automatica. Le imprese potranno iniziare a utilizzarlo dal giorno 10 del mese successivo a quello in cui il MIMIT trasmette all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese ammesse. Questo elenco viene aggiornato mensilmente e include solo le imprese che hanno completato correttamente l’iter previsto.

Chi può accedere

Possono accedere alla compensazione le imprese che hanno inviato la comunicazione di completamento degli investimenti, secondo il modello allegato al decreto direttoriale del 16 giugno 2025. È fondamentale che l’intero iter – comunicazione preventiva, comunicazione con acconto e comunicazione di completamento – sia stato rispettato nei tempi e nelle modalità previste.

Come si compensa

Per la compensazione in F24, è stato istituito il nuovo codice tributo “7077”, che deve essere utilizzato indicando come anno di riferimento quello in cui è stato completato l’investimento. Questo codice si applica esclusivamente agli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2025 e soggetti alle nuove regole.

Per gli investimenti precedenti o coperti dalla clausola di salvaguardia (cioè quelli per cui entro il 31 dicembre 2024 è stato accettato l’ordine e versato almeno il 20% del costo), resta valido il codice tributo “6936”.

Il nuovo iter di accesso al credito

Il processo si articola in tre fasi:

  1. Comunicazione preventiva: va inviata il prima possibile e comunque entro il 31 gennaio 2026. Serve a prenotare le risorse e determina la priorità in base all’ordine cronologico di invio.
  2. Comunicazione con acconto: deve essere trasmessa entro 30 giorni dalla preventiva, attestando il pagamento di almeno il 20% del costo o la stipula del contratto di leasing.
  3. Comunicazione di completamento: va inviata al termine dell’investimento, entro il 31 gennaio 2026 (per investimenti effettuati entro il 2025) o entro il 31 luglio 2026 (per investimenti completati entro il 30 giugno 2026).

Attenzione alle tempistiche e alla disponibilità delle risorse

Il credito d’imposta è soggetto a un limite di spesa annuale di 2,2 miliardi di euro, applicabile solo agli investimenti in beni materiali 4.0 effettuati dal 2025 in poi. Per questo motivo, è fondamentale rispettare le scadenze e inviare le comunicazioni nei tempi previsti.

Le imprese che hanno trasmesso le comunicazioni con il vecchio modello entro il 15 maggio 2025 possono mantenere la priorità, a condizione che aggiornino la documentazione entro il 17 luglio 2025. Chi ha inviato le comunicazioni dopo tale data o non le ha inviate affatto, dovrà seguire la nuova procedura e sarà soggetto alla disponibilità residua delle risorse.

Conclusioni

Il nuovo credito d’imposta Transizione 4.0 rappresenta un’opportunità importante per le imprese che investono in innovazione e digitalizzazione, ma richiede una gestione attenta e puntuale della documentazione. La corretta compilazione delle comunicazioni, il rispetto delle scadenze e l’utilizzo dei codici tributo appropriati sono elementi essenziali per non perdere il beneficio.

FI Group supporta le imprese in ogni fase del processo, dalla pianificazione dell’investimento alla gestione operativa delle pratiche, garantendo conformità normativa e massimizzazione del vantaggio fiscale.

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Compliance nella Ricerca & Sviluppo: un volano per la crescita sostenibile delle imprese

Nel panorama della finanza agevolata, la compliance nella Ricerca e Sviluppo (R&S) non è più un’opzione, ma una necessità strategica. Rispettare normative, standard etici e regolamenti interni non solo tutela l’impresa da sanzioni, ma rappresenta un vero e proprio asset competitivo.

Vuoi maggiori informazioni sul tema? Partecipa al webinar firmato FI Group e PVM Avvocati.

Compliance nella Ricerca & Sviluppo, perché la compliance è fondamentale?

  1. Conformità normativa e legale
    La compliance garantisce l’aderenza a riferimenti fondamentali come il Manuale di Frascati e quello di Oslo, evitando sanzioni e danni reputazionali.
  2. Controllo delle responsabilità
    Protegge i manager e il personale strategico da rischi legali, definendo chiaramente ruoli e obblighi.
  3. Tutela della proprietà intellettuale
    Un sistema di compliance efficace salvaguarda brevetti, marchi e know-how, valorizzando l’innovazione aziendale.
  4. Accesso ai finanziamenti
    Le imprese compliant sono più credibili per investitori e enti pubblici, facilitando l’ottenimento di fondi e bandi.
  5. Reputazione e fiducia
    Un’impresa che rispetta le regole si distingue sul mercato, rafforzando la propria immagine e la fiducia degli stakeholder.

Compliance nella Ricerca & Sviluppo, il perimetro del rischio e il ruolo del risk assessment

Ogni impresa opera entro un “perimetro soggettivo di rischio”, che varia in base all’attività svolta. Definire questo confine – attraverso il risk assessment – consente di distinguere tra condotte lecite e potenzialmente illecite. Agire all’interno di questo perimetro significa operare in piena legalità, proteggendo i margini di profitto da rischi imprevisti.

Il rischio dell’over-compliance

Essere compliant non significa appesantire l’organizzazione con burocrazia inutile. Un sistema di controllo eccessivo può rendere l’impresa inefficiente. L’equilibrio tra controllo e flessibilità è la chiave per una compliance efficace e sostenibile.

Compliance come leva di sviluppo

La compliance non è solo un obbligo, ma un’opportunità per ripensare l’impresa. Conoscere i propri rischi, adattarsi alle normative e comunicare i propri valori rafforza la competitività. In un mercato sempre più attento al “come” oltre che al “cosa”, la compliance diventa un volano di crescita e innovazione.

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Transizione 4.0: risorse esaurite, ma la corsa al credito d’imposta continua

Le risorse stanziate per il credito d’imposta Transizione 4.0 – pari a 2,2 miliardi di euro per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2025 – risultano temporaneamente esaurite. Ma attenzione: non è il momento di fermarsi.

Transizione 4.0, perché le risorse sono “esaurite”?

La comunicazione di esaurimento è precauzionale. Non è ancora chiaro quanti investimenti, avviati con acconto del 20% entro il 31/12/2024 e completati nel 2025, rientrino effettivamente nel tetto di spesa. Il quadro sarà più chiaro dopo il 17 luglio, quando si saprà quante risorse sono realmente impegnate.

Cosa fare se ricevi l’esito “non disponibile”?

Dal 17 giugno, chi invia la comunicazione preventiva tramite la piattaforma GSE riceve una ricevuta con esito negativo. Tuttavia, questa ricevuta attesta il corretto invio e protocolla la domanda secondo l’ordine cronologico. In caso di riallocazione fondi, la priorità sarà data a chi ha inviato prima.

Transizione 4.0, attenzione alle scadenze

  • Le imprese che hanno già inviato la comunicazione con il vecchio modello (DM 24.04.2024) devono completare la nuova comunicazione entro il 17 luglio per mantenere la prenotazione.
  • Per chi ha ricevuto l’esito “risorse esaurite”, non è necessario inviare subito la comunicazione con acconto. I 30 giorni partiranno solo se il GSE invierà una nuova comunicazione di disponibilità fondi.

Transizione 4.0, la strategia vincente

🔹 Invia comunque la comunicazione preventiva, anche se le risorse sembrano esaurite.
🔹 Mantieni la priorità temporale: è la chiave per rientrare nel primo slot utile.
🔹 Monitora le scadenze e preparati a completare la procedura appena si liberano risorse.

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