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Opportunità straordinaria SIMEST 2025–2027: 28 miliardi di €

Nel 2024 l’export italiano ha raggiunto 623,5 miliardi di euro con crescite record in mercati strategici come Arabia Saudita (+27,9%), Turchia (+23,9%) ed Emirati Arabi Uniti (+19,4%). Il Governo punta a 700 miliardi entro fine legislatura.

In questo scenario, il nuovo Piano Strategico SIMEST 2025–2027 mette a disposizione 28 miliardi di euro per sostenere la crescita delle imprese italiane. La grande novità? Accesso anche alle aziende non esportatrici, se parte di filiere a vocazione internazionale. Dal 7 agosto 2025, sono finanziabili progetti di transizione digitale ed ecologica, rafforzamento patrimoniale e iniziative sui mercati strategici (Africa, America Latina, India).
Premialità fino al 20% a fondo perduto per PMI innovative, startup e imprese del Mezzogiorno. Opportunità uniche per chi vuole innovare e crescere globalmente.

Che cos’è il Piano SIMEST 2025–2027? Opportunità Straordinaria

Il Programma SIMEST 2025–2027 è un programma di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto per imprese italiane che investono in innovazione, digitalizzazione e internazionalizzazione. È integrato nel piano di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e nasce dal confronto con Confindustria e le imprese, per rafforzare la competitività del Made in Italy sui mercati esteri.

Chi può accedere ai fondi SIMEST?

Possono accedere tutte le imprese con sede in Italia, incluse quelle non esportatrici, se partecipano a filiere orientate all’export. Sono previste premialità per:

  • PMI innovative e startup
  • Imprese del Mezzogiorno
  • PMI femminili e giovanili
  • Aziende con certificazioni ambientali (ISO 14001, ISO 45001)
  • Imprese energivore in percorso di efficientamento

Quali investimenti sono finanziabili?

SIMEST finanzia progetti strategici per la competitività:

  • Transizione digitale ed ecologica
  • Sostenibilità ambientale (efficientamento energetico e idrico, certificazioni)
  • Digitalizzazione di prodotto e processo
  • Formazione del personale
  • Rafforzamento patrimoniale (aumenti di capitale, finanziamenti soci)
  • Apertura sedi commerciali all’estero
  • Partecipazione a fiere internazionali

Quali sono le condizioni di finanziamento?

  • Tasso agevolato rispetto al mercato
  • Contributo a fondo perduto fino al 20% per categorie prioritarie
  • Ampia flessibilità per investimenti in macchinari, impianti, consulenza e promozione internazionale
  • Possibilità di co-finanziamento per imprese energivore e localizzate nel Sud Italia

Focus geografico: mercati strategici

Il pacchetto SIMEST punta su aree ad alto potenziale:

  • Africa (Piano Mattei)
  • America Latina
  • Paesi del Golfo
  • India
  • Balcani Occidentali È in valutazione una misura dedicata anche per gli Stati Uniti, destinazione chiave per il Made in Italy.

Numeri chiave e impatto

  • Export Italia 2024: 623,5 miliardi €
  • Obiettivo Governo: 700 miliardi € entro fine legislatura
  • SIMEST 2024: 8 miliardi € impegnati, 4.700 operazioni finanziate, impatto 0,5% PIL
  • Fondo 394: oltre 5.400 progetti finanziati, dotazione PNRR 1,95 miliardi €
  • Previsioni export SACE: +3,7% nel 2024, +4,5% nel 2025

Come presentare domanda?

Dal 7 agosto 2025 tramite la piattaforma SIMEST. FI Group offre supporto completo per:

  • Analisi di eleggibilità
  • Preparazione della domanda
  • Gestione della rendicontazione
  • Ottimizzazione delle premialità

FAQ

Qual è il budget del piano SIMEST 2025–2027?
Il budget complessivo è di 28 miliardi di euro per innovazione e internazionalizzazione.

Le imprese non esportatrici possono partecipare?
Sì, se fanno parte di filiere con orientamento internazionale.

Quali sono le categorie prioritarie per il fondo perduto?
PMI innovative, startup, imprese del Sud Italia, PMI femminili e giovanili, aziende con certificazioni ambientali.

Tabella riepilogativa

Caratteristica Dettaglio
Budget complessivo 28 miliardi €
Beneficiari Imprese italiane (anche non esportatrici)
Investimenti finanziabili Digitalizzazione, sostenibilità, patrimonializzazione
Contributo a fondo perduto Fino al 20%
Mercati strategici Africa, America Latina, India, Golfo

SIMEST: Global Reach. Local Expertise.

Accedere ai fondi SIMEST non è solo una questione di compilare una domanda: è una scelta strategica che impatta sul futuro della tua azienda. FI Group è il partner che trasforma complessità in chiarezza, con un approccio integrato che unisce visione globale e competenza locale.
Il tuo HQ vede il quadro completo. I tuoi team sentono il supporto sul territorio.
Riduci rischi, accelera l’implementazione, garantisci compliance.

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European Innovation Scoreboard 2025 Italia – Analisi completa e opportunità per imprese

European Innovation Scoreboard 2025 Italia: Approfondimento Esclusivo e Opportunità Chiave

La Commissione Europea conferma la crescita dell’innovazione nell’UE: dal 2018 la performance è aumentata del 12,6%, trainata da investimenti in R&S, digitalizzazione e collaborazione pubblico-privata. L’Italia migliora ma resta tra i Moderate Innovators, con progressi in connettività, co-pubblicazioni scientifiche e innovazioni nelle PMI.

Posizione dell’Italia nell’European Innovation Scoreboard 2025 Italia

Secondo l’European Innovation Scoreboard 2025 Italia, il nostro Paese si conferma tra i Moderate Innovators, con una performance pari al 93% della media UE, superiore alla media del proprio gruppo (85,9%). L’Italia si colloca al 14° posto tra gli Stati membri, con un miglioramento del 15,4% rispetto al 2018.

Punti di forza dell’Italia:

  • Registrazione di design: prima in Europa.
  • Produttività delle risorse: seconda in Europa.
  • Innovazioni da PMI: terza per impatto su vendite e occupazione.

Criticità:
Persistono ritardi nell’adozione di tecnologie avanzate, nella digitalizzazione delle imprese e nello sviluppo di infrastrutture cloud e competenze ICT.

Posizione dell’Italia nell’European Innovation Scoreboard 2025 Italia

Secondo l’EIS 2025, l’Italia conferma una crescita costante nella capacità innovativa, pur restando tra i Moderate Innovators (70-100% della media UE). Il Regional Innovation Scoreboard mostra progressi in tutte le 21 regioni tra il 2018 e il 2025. Le più performanti:

  • Provincia Autonoma di Trento, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia GiuliaStrong Innovators- con punteggi superiori alla media UE.
  • Sei regioni, tra cui Lazio e Piemonte, si collocano tra i Moderate Innovators+.

Campania registra il miglioramento più significativo (+22,8%). Anche Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna avanzano grazie a:

  • Maggiore penetrazione della banda larga.
  • Incremento delle co-pubblicazioni scientifiche internazionali.
  • Innovazioni di prodotto e processo nelle PMI.

Questi trend indicano un ecosistema in evoluzione, ma con margini di crescita su investimenti in R&S, attrazione di talenti e digitalizzazione avanzata.

Iniziative UE per l’Innovazione e l’European Innovation Scoreboard 2025 Italia

Competitiveness Compass e Impatti sull’European Innovation Scoreboard 2025 Italia

Presentato a gennaio 2025, il Competitiveness Compass è la roadmap UE per rilanciare la competitività, basata sul rapporto Draghi. Le priorità:

  • Colmare il divario di innovazione con una strategia per startup e scaleup, semplificazione normativa e il possibile “28° regime” per regole uniche.
  • Decarbonizzare l’economia tramite il Clean Industrial Deal e piani per settori energivori.
  • Ridurre dipendenze strategiche con partenariati verdi e accesso sicuro a materie prime e tecnologie.

Secondo l’European Innovation Scoreboard 2025, l’UE ha migliorato la performance del 12,6% dal 2018, ma l’Italia resta tra i Moderate Innovators (70-100% della media UE), con progressi in digitalizzazione e collaborazione pubblico-privato, ma ancora gap su investimenti in R&S e attrazione di talenti. Il Compass offre all’Italia l’opportunità di accelerare su AI, biotech e transizione green, sfruttando fondi e semplificazioni per scalare l’ecosistema innovativo nazionale.

Choose Europe: Talenti e Innovazione

Lanciata a maggio 2025, la campagna Choose Europe investe 500 milioni di euro per attrarre ricercatori e imprenditori di alto profilo. Tra le iniziative: borse MSCA post-doc per favorire la mobilità scientifica, ERC Advanced Grants fino a 2,5 milioni di euro per progetti di frontiera, e incentivi mirati al trasferimento di ricercatori stranieri verso hub europei. L’obiettivo è rafforzare la competitività globale dell’UE, creando un ecosistema che integri ricerca, impresa e innovazione.

EU Innovation Law e il Ruolo dell’Italia

In consultazione pubblica, la futura EU Innovation Law definirà criteri condivisi per le imprese innovative e riformerà i sistemi nazionali di R&S&I.
La futura European Innovation Act, attualmente in consultazione pubblica, punta a creare un ecosistema unico per startup e imprese innovative, armonizzando norme e incentivi tra Stati membri. Tra le misure previste: semplificazione burocratica, sandbox regolatori, accesso facilitato a capitali e talenti, e il possibile “28° regime” per ridurre frammentazioni fiscali. L’Italia, con un tessuto di PMI e centri di ricerca in crescita, ha l’opportunità di guidare la definizione di standard comuni e sfruttare la riforma dei sistemi nazionali di R&S&I per attrarre investimenti e accelerare la transizione tecnologica.

Il Ruolo delle PMI e i Finanziamenti Europei

Le PMI italiane sono protagoniste nell’innovazione, ma devono accelerare la digitalizzazione e l’adozione di tecnologie avanzate. Programmi come Horizon Europe e InvestEU offrono opportunità di finanziamento per progetti di ricerca, sviluppo sostenibile e transizione digitale.
Secondo l’European Innovation Scoreboard 2025 Italia, le PMI che investono in innovazione registrano una crescita più rapida in fatturato e occupazione.

Opportunità per le imprese italiane

Le aziende possono beneficiare di:

  • Finanziamenti nazionali ed europei per progetti innovativi.
  • Collaborazioni con centri di ricerca e startup.
  • Supporto alla progettazione e gestione dei fondi, come offerto da FI Group.

FI Group accompagna le imprese lungo tutto il ciclo di vita del progetto:

  • Preparazione delle proposte.
  • Interazione con le istituzioni.
  • Gestione dei dossier.
  • Giustificazione e audit finale.

Secondo l’European Innovation Scoreboard 2025 Italia, il nostro Paese mostra una crescita costante nella capacità innovativa, pur restando tra i Moderate Innovators. Le iniziative UE e i progressi regionali offrono opportunità concrete per imprese e territori.

Progettazione robotica e innovazione tecnologica per Accordi per l’Innovazione in Italia.

Accordi per l’Innovazione: scopri le novità nella Manovra 2026

La Manovra di Bilancio 2026, presentata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, conferma l’impegno del Governo nel sostenere la competitività e la transizione tecnologica delle imprese italiane. In un quadro macroeconomico prudente, le misure per l’innovazione si collocano tra le priorità strategiche per favorire crescita, digitalizzazione e sostenibilità.

Cosa sono gli Accordi per l’Innovazione

Gli Accordi per l’Innovazione, gestiti dal MIMIT, finanziano progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale ad alto impatto tecnologico. Sono strumenti negoziali che prevedono:

  • Contributo diretto alla spesa e finanziamento agevolato (max 20% dei costi).
  • Procedura valutativa negoziale per accelerare l’approvazione.
  • Maggiorazioni: +10% per progetti con organismi di ricerca; extra incentivi regionali (min 5%).

Novità nella Manovra 2026

La Manovra 2026 introduce una nuova dotazione finanziaria e priorità strategiche in linea con le transizioni digitale e green. I progetti devono essere coerenti con le traiettorie tecnologiche individuate dal Piano Nazionale Ricerca.

Chi può accedere ai finanziamenti

Possono accedere:
  • Imprese di qualsiasi dimensione con almeno due bilanci approvati
  • Centri di ricerca
  • Organismi di ricerca

Tecnologie e settori prioritari

I settori prioritari includono:
  • Intelligenza Artificiale
  • Semiconduttori
  • Tecnologie quantistiche
  • Mobilità intelligente
  • Bioinnovazione
  • Transizione energetica

Dotazione finanziaria e requisiti

  • Risorse disponibili: 731 milioni € (530 mln per aree manifatturiere e digitali, 201 mln per altre aree strategiche).
  • Beneficiari: imprese di qualsiasi dimensione con almeno due bilanci approvati, centri di ricerca e organismi di ricerca.
  • Progetti ammissibili:
    • Spese tra 5 e 40 milioni €.
    • Durata 18–36 mesi.
    • Avvio dopo la domanda.
  • Intensità aiuto:
    • Fino al 45% per PMI, 35% medie imprese, 25% grandi imprese.

Settori e tecnologie prioritarie

Gli Accordi per l’Innovazione si concentrano su tecnologie abilitanti fondamentali (KETs) e ambiti Horizon Europe:

  • Tecnologie di fabbricazione avanzata.
  • Tecnologie digitali (incluse quantistiche).
  • Materiali innovativi.
  • Intelligenza artificiale e robotica.
  • Industrie circolari e low-carbon.
  • Mobilità intelligente e stoccaggio energia.
  • Sistemi alimentari e bioinnovazione.

Bisogni delle imprese e opportunità

Le imprese italiane puntano a ridurre i costi di R&S, accelerare il time-to-market e accedere a tecnologie avanzate. Gli Accordi per l’Innovazione rispondono a queste esigenze offrendo:

  • Contributi fino al 45% e finanziamenti agevolati.
  • Partnership strategiche con centri di ricerca.
  • Cumulabilità con altri incentivi nazionali ed europei.

Partecipa al webinar: Vincere gli Accordi per l’innovazione

FAQ

1. Quali sono i tempi medi di approvazione?
Tra 4 e 6 mesi, a seconda della complessità del progetto.

2. È possibile presentare progetti in partnership internazionale?
Sì, purché il coordinamento e la sede operativa principale siano in Italia.

3. Gli incentivi sono cumulabili con fondi europei come Horizon Europe?
Sì, nel rispetto dei limiti di cumulo previsti dalla normativa UE sugli aiuti di Stato.

4. Quali settori hanno priorità?
Digitalizzazione, transizione ecologica, semiconduttori, tecnologie quantistiche e AI.

5. È previsto un monitoraggio post-finanziamento?
Sì, con obbligo di rendicontazione periodica e verifiche sul raggiungimento degli obiettivi tecnologici.

Piattaforme galleggianti con vegetazione per progetti green e sostenibili in Italia

Accordi di Sviluppo: Opportunità vincente nella Manovra 2026

La Manovra 2026 conferma il rifinanziamento degli strumenti di finanza agevolata più strategici per la crescita industriale e territoriale. Tra questi, gli Accordi di Sviluppo rappresentano una leva fondamentale per le imprese che intendono realizzare progetti di investimento di rilevanza nazionale. Con una dotazione complessiva di circa 750 milioni di euro, questo strumento è pensato per accelerare investimenti in green transition, digitalizzazione e sviluppo delle aree ZES. Scopri chi può beneficiarne e come accedere agli incentivi.

Cos’è un Accordo di Sviluppo

Gli Accordi di Sviluppo sono procedure negoziali speciali attivabili nell’ambito dei Contratti di Sviluppo per progetti di investimento pari o superiori a 50 milioni di euro.
Consentono:

  • Corsia preferenziale nell’istruttoria e nell’assegnazione dei fondi
  • Riduzione dei tempi di valutazione (entro 90 giorni dalla firma)
  • Coinvolgimento diretto di MIMIT, Invitalia e altre amministrazioni per accelerare l’iter

Questa modalità è pensata per progetti strategici che generano impatto economico e occupazionale significativo.

Dotazione finanziaria

La Manovra 2026 destina risorse significative. Tabella dotazione finanziaria:

Settore Budget (€)
Industria/Agro 400 mln
Ambiente 225 mln
Turismo/ZES 122,8 mln
Totale ~750 mln

Quali agevolazioni sono previste?

  • Contributi a fondo perduto
  • Finanziamenti agevolati
  • Fast Track per progetti strategici

Questi incentivi rispondono ai bisogni delle imprese: riduzione dei costi energetici, digitalizzazione dei processi, attrazione di turismo sostenibile e certezza normativa per grandi investimenti.

Chi può beneficiarne

Gli Accordi di Sviluppo sono pensati per imprese con progetti di investimento di grande impatto economico e occupazionale, in settori strategici per la crescita del Paese. In particolare:

  • Grandi imprese industriali che vogliono espandere la capacità produttiva con tecnologie green e ridurre i costi energetici.
  • Gruppi agroalimentari interessati a digitalizzare la filiera, innovare i processi e migliorare la tracciabilità dei prodotti.
  • Operatori turistici che intendono riqualificare strutture dismesse, soprattutto in Zone Economiche Speciali (ZES), puntando su sostenibilità e attrazione di nuovi flussi.
  • Multinazionali che pianificano insediamenti produttivi in Italia con investimenti superiori a 50 milioni di euro, cercando procedure rapide e certezza normativa.

Chi sono le imprese target e come gli Accordi di Sviluppo rispondono ai loro bisogni

Gli Accordi di Sviluppo non sono pensati per tutte le aziende, ma per quelle che hanno progetti ambiziosi e necessità specifiche. Ecco i principali beneficiari di questo bando e come questo strumento innovativo le supporta:

  • CEO di aziende industriali
    Necessità: ridurre i costi energetici e innovare la produzione.
    Obiettivo: espandere la capacità produttiva con tecnologie green.
    Come aiuta il bando: contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per impianti sostenibili.
  • Responsabili innovazione agroalimentare
    Necessità: digitalizzare la filiera e migliorare la tracciabilità.
    Obiettivo: aumentare efficienza e competitività.
    Come aiuta il bando: fondi dedicati alla digitalizzazione e procedure accelerate per progetti > 50 milioni €.
  • Imprenditori turistici
    Necessità: riqualificare strutture dismesse e attrarre turismo sostenibile.
    Obiettivo: valorizzare le aree ZES e incrementare il flusso turistico.
    Come aiuta il bando: incentivi per riqualificazione, sostenibilità e digitalizzazione.
  • Direttori Operations di multinazionali
    Necessità: tempi rapidi e certezza normativa per insediamenti produttivi.
    Obiettivo: avviare grandi progetti in Italia senza ritardi.
    Come aiuta il bando: Fast Track e supporto istituzionale con iter negoziale semplificato.

FAQ sugli Accordi di Sviluppo

Quanto dura l’istruttoria? Entro 90 giorni dalla firma.
Posso includere R&S? Sì, se funzionale al progetto principale.
Sono cumulabili con altri incentivi? In alcuni casi, nel rispetto delle norme sugli aiuti di Stato.
Quali obblighi occupazionali? Assunzione di percettori di sostegno al reddito e lavoratori da tavoli di crisi.
Come avviare la procedura? La richiesta parte da Invitalia tramite piattaforma online. Serve firma digitale, PEC e business plan dettagliato.

Perché agire subito

Gli Accordi di Sviluppo non sono solo un incentivo: sono una strategia di crescita per chi vuole investire in Italia con progetti ad alto impatto economico e occupazionale.
La finestra di opportunità è aperta: prenota la tua posizione e avvia la negoziazione.

Vuoi sapere se il tuo progetto è idoneo?
Contattaci per una consulenza dedicata: analizzeremo requisiti, tempistiche e vantaggi per la tua impresa.

Fabbrica smart con macchinari digitali per iperammortamento 2026

Nuovo Iperammortamento 2026: Aliquote, Requisiti e Opportunità per le Imprese

Dal 2026 l’Italia torna a puntare sull’iperammortamento come leva per accelerare la digitalizzazione e la transizione green delle imprese. Dopo le complessità del credito d’imposta Transizione 4.0 e 5.0, il Governo introduce un meccanismo più semplice e competitivo, con maggiorazioni fino al 220% per investimenti in tecnologie 4.0 e sostenibilità energetica.

Cos’è l’iperammortamento 2026?

L’iperammortamento 2026 è un incentivo fiscale che consente di maggiorare il costo di acquisizione dei beni strumentali ai fini della deduzione, con aliquote fino al 220% per investimenti in tecnologie 4.0 e green. Sostituisce i crediti d’imposta di Transizione 4.0 e 5.0, semplificando la fruizione e riducendo i rischi di compliance.

Quali sono le aliquote del nuovo iperammortamento?

Secondo la prima bozza della legge di bilancio, le aliquote di base dei beni strumentali 4.0 saranno:

Investimento Maggiorazione
Fino a 2,5 mln € 180%
2,5 – 10 mln € 100%
10 – 20 mln € 50%

Le aliquote maggiorate per gli investimenti green

Premialità green: fino al 220% se l’investimento riduce i consumi energetici del 3% (stabilimento) o 5% (processi produttivi).

Investimento Maggiorazione
Fino a 2,5 mln € 220%
2,5 – 10 mln € 140%
10 – 20 mln € 90%

Chi può beneficiare dell’iperammortamento?

  • Imprese residenti in Italia, senza limiti dimensionali o settoriali.
  • Requisiti: regolarità fiscale e contributiva, rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
  • Non cumulabile con altri incentivi sugli stessi costi.

Quali beni sono agevolabili?

Come accedere all’incentivo?

  • Prenotazione: ordine accettato e acconto 20% entro il 31/12/2025.
  • Periodo di investimento: dal 01/01/2026 con consegna entro il 30/06/2027.
  • Documentazione: perizia asseverata per beni >300.000 €.

FAQ

Cos’è l’iperammortamento?
Un incentivo che aumenta il valore fiscale dei beni strumentali, riducendo l’imponibile.

Quali sono le aliquote?
Dal 180% al 220% in base a scaglioni e premialità green.

Quali beni sono inclusi?
Beni materiali e immateriali 4.0. Beni per la generazione di energia da fonti rinnovabili (inclusi pannelli solari).

Come si ottiene il beneficio?
Prenotazione entro 2025, perizia asseverata, rispetto requisiti fiscali.

Scenario internazionale e ruolo di FI Group

Affidati a FI Group per massimizzare il beneficio fiscale e ridurre i rischi di non conformità.
Contattaci per una consulenza personalizzata.

  • Francia: ammortamento al 140% per PMI + credito R&S.
  • Germania: incentivi diretti, meno focus su ammortamenti.
  • Spagna: crediti d’imposta per R&S, nessun iperammortamento. Con il 220%, l’Italia torna tra i Paesi più competitivi in UE.

FI Group supporta le multinazionali con un approccio integrato: “Global Reach. Local Expertise.”

  • Coordinamento HQ → filiali.
  • Riduzione rischi di non conformità.
  • Ottimizzazione fiscale cross-border.
ZES Unica 2025-2026

Il nuovo incentivo 2026: la doppia transizione digitale ed energetica

Nuovo incentivo 2026: verso un unico incentivo la doppia transizione digitale ed energetica

Nel 2026, il panorama degli incentivi fiscali per le imprese italiane cambierà radicalmente. Il Governo sta progettando un nuovo incentivo unico che accorperà le misure di Transizione 4.0 e 5.0, con l’obiettivo di semplificare l’accesso ai benefici e sostenere la doppia transizione: digitale e green.

Questa nuova misura, finanziata con risorse nazionali, nasce dalla necessità di superare le complessità del Piano Transizione 5.0 e di offrire alle imprese uno strumento più snello, efficace e inclusivo.

Il nuovo incentivo 2026: tempistiche e criticità operative

Il progetto è ancora in fase embrionale e non è certo che il nuovo incentivo venga inserito nella Legge di Bilancio 2026. La rinegoziazione del PNRR è il primo passo cruciale, seguito dalla definizione delle regole operative.

Se il Piano Transizione 5.0 non verrà prorogato oltre il 31 dicembre 2025, le imprese rischiano di trovarsi senza strumenti di sostegno nei primi mesi del 2026. Una proroga fino ad aprile 2026 o una partenza retroattiva del nuovo incentivo potrebbero garantire continuità, ma entrambe le soluzioni presentano criticità.

Dotazione finanziaria e origine delle risorse

Il nuovo incentivo sarà alimentato da fondi liberati attraverso una riallocazione strategica delle risorse del PNRR. Dei 6,3 miliardi previsti per Transizione 5.0, circa 2,1 miliardi sono già stati prenotati, e si ipotizza una chiusura della misura attuale intorno ai 2,5 miliardi. Questo lascerebbe circa 3,8–4 miliardi disponibili per il nuovo piano.

Tuttavia, la disponibilità effettiva dipenderà dalla capacità del Governo di spendere integralmente le risorse prenotate, evitando penalizzazioni e garantendo una transizione fluida verso il nuovo incentivo.

Durata e struttura: tra ambizione e realismo del nuovo incentivo 2026

Inizialmente si è parlato di una misura triennale, ma le attuali ipotesi più realistiche indicano una durata annuale o biennale, in linea con la residua durata del Governo. Se i fondi disponibili (circa 3,5 miliardi) venissero distribuiti su due anni, si rischierebbe di diluire l’efficacia dell’incentivo. Una misura annuale, invece, permetterebbe un impatto più deciso e mirato.

Un format semplificato: addio burocrazia?

Uno dei punti più apprezzati del nuovo incentivo sarà la semplificazione del format. Il Governo e Confindustria spingono per un modello senza piattaforme complesse, senza calcoli articolati e senza vincoli PNRR come il principio DNSH, che ha escluso molte imprese energivore dal Piano 5.0.

Questo approccio mira a rendere l’incentivo accessibile a tutte le aziende, superando le barriere burocratiche che hanno limitato l’efficacia delle misure precedenti.

Aliquote: due binari per digitale e green

Il nuovo incentivo dovrebbe prevedere due sole aliquote:

  • Una per gli investimenti digitali (Transizione 4.0)
  • Una per quelli energetici e ambientali (Transizione 5.0)

Non è ancora chiaro se le due aliquote saranno indipendenti o se, come nel modello attuale, l’investimento digitale sarà prerequisito per accedere all’incentivo green. In ogni caso, l’eliminazione di soglie e scaglioni dovrebbe semplificare notevolmente l’accesso.

Revisione degli allegati A e B: nuovi beni ammissibili

I tecnici del MIMIT stanno lavorando alla revisione degli allegati A e B, che definiscono i beni materiali e immateriali agevolabili. Si ipotizza anche l’introduzione di un Allegato C dedicato ai beni strumentali per l’efficienza energetica.

Questa revisione potrebbe finalmente includere categorie finora escluse, come motori elettrici, server industriali e tecnologie per l’autoproduzione da fonti rinnovabili. È fondamentale che questa apertura non si trasformi in un “assalto alla diligenza”, ma in una valorizzazione mirata dell’innovazione industriale.

Cosa aspettarsi

La semplificazione del format, la revisione dei beni agevolabili e l’eliminazione dei vincoli PNRR sono segnali positivi.

Tuttavia, sarà fondamentale che il Governo:

  • Definisca tempistiche chiare
  • Offra strumenti digitali efficienti
  • Garantisca trasparenza normativa

Solo così le imprese potranno pianificare con fiducia i propri investimenti in tecnologie 4.0, efficienza energetica e formazione avanzata.

ZES Unica 2026

ZES Unica 2026, Transizione 5.0 e Contratti di Sviluppo: guida comparativa agli incentivi per investire nel Mezzogiorno

Finanza agevolata 2025-2026: strumenti strategici per imprese e investitori

Nel contesto della politica industriale italiana, il Mezzogiorno si conferma come area prioritaria per l’allocazione di risorse pubbliche e incentivi fiscali. La ZES Unica, il piano Transizione 5.0 e i Contratti di sviluppo Invitalia costituiscono un triangolo agevolativo che consente alle imprese di strutturare investimenti ad alta intensità di capitale, innovazione e sostenibilità.

Matrice comparativa: ZES Unica vs Transizione 5.0 vs Contratti di sviluppo

Parametro ZES Unica Transizione 5.0 Contratti di sviluppo
Tipologia agevolazione Credito d’imposta Credito d’imposta + contributo Contributo + finanziamento agevolato
Ambito di investimento Beni strumentali, immobili, terreni Industria 4.0 + risparmio energetico ≥ 3% Programmi industriali, turistici, ambientali
Soglie di accesso Min. €200.000 – Max. €100 mln Min. €40.000 – Max. €50 mln Min. €20 mln (grandi imprese), €7,5 mln (PMI)
Localizzazione Regioni del Mezzogiorno Tutto il territorio nazionale Tutto il territorio nazionale
Cumulabilità Sì, con Transizione 5.0 e altri Sì, con ZES e PNRR Limitata, valutata caso per caso
Requisiti documentali Certificazione revisore, comunicazioni AdE Diagnosi energetica, asseverazione tecnica Business plan, piano industriale, bilanci
Gestione operativa Agenzia delle Entrate GSE + AdE Invitalia
Tempistiche Comunicazioni annuali Domanda online, valutazione tecnica Procedura negoziale, istruttoria Invitalia
Benefici fiscali potenziali Fino al 60% Fino al 45% cumulabile Fino al 75% cumulato tra contributi e finanziamenti

ZES Unica: fiscalità incentivante per il Sud

La Zona Economica Speciale Unica è stata istituita con il DL 124/2023 e prorogata dalla Legge di Bilancio 2025. Prevede un credito d’imposta fino al 60% per investimenti in beni strumentali, immobili e terreni nelle regioni del Mezzogiorno. È cumulabile con altri aiuti di Stato, inclusi quelli del piano Transizione 5.0.

Requisiti chiave

  • Investimento minimo: €200.000.
  • Certificazione obbligatoria da revisore legale.
  • Comunicazione iniziale: 31 marzo – 30 maggio 2025.
  • Comunicazione integrativa: 18 novembre – 2 dicembre 2025.

Transizione 5.0: innovazione e sostenibilità

Il piano Transizione 5.0 è il naturale evolutivo del precedente 4.0, con focus su digitalizzazione e risparmio energetico. È cumulabile con ZES Unica, purché il beneficio totale non superi il 100% del costo netto dell’investimento.

Ambiti agevolabili

  • Macchinari interconnessi.
  • Impianti fotovoltaici.
  • Software gestionali.
  • Formazione tecnica.

Contratti di sviluppo: grandi progetti industriali

Gestiti da Invitalia, i Contratti di sviluppo sono pensati per progetti complessi e ad alto impatto. Offrono contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, ma richiedono una istruttoria tecnica dettagliata e una valutazione negoziale.

Strategie operative per imprese e advisor

  1. Segmentazione degli investimenti

Pianificare su base biennale per sfruttare ZES Unica 2025 e 2026.

  1. Cumulo intelligente

Simulare scenari di cumulo tra ZES e Transizione 5.0 per ottimizzare il beneficio fiscale.

  1. Governance documentale

Predisporre dossier tecnico-contabili, certificazioni e comunicazioni AdE.

Conclusione: il Mezzogiorno come hub fiscale e produttivo

La sinergia tra ZES UnicaTransizione 5.0 e Contratti di sviluppo consente alle imprese di strutturare investimenti ad alta intensità agevolativa. Il Mezzogiorno si configura come laboratorio di fiscalità incentivante, dove la finanza agevolata diventa leva competitiva per la crescita industriale.

ZES Unica 2025-2026

ZES Unica 2025-2026: analisi strategica per imprese e investitori nel Mezzogiorno

Finanza agevolata e fiscalità incentivante per il rilancio produttivo del Sud

La ZES Unica Mezzogiorno, istituita con il DL 124/2023 e operativa dal 1° gennaio 2024, rappresenta una infrastruttura normativa di rilievo sistemico per la politica industriale nel Sud Italia. L’unificazione delle otto ZES regionali ha generato un ecosistema agevolativo semplificato, orientato a favorire investimenti produttivi, reindustrializzazione e reshoring in territori a bassa densità di sviluppo.

Questa misura si inserisce nel quadro più ampio della finanza agevolata nazionale, in sinergia con strumenti come Transizione 5.0Contratti di sviluppo InvitaliaFondo sviluppo e coesione e PNRR.

ZES Unica 2025: credito d’imposta e compliance normativa

La Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) ha confermato il credito d’imposta ZES Unica per investimenti effettuati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025. L’agevolazione è parametrata su base dimensionale e territoriale, con aliquote fino al 60%, e soglie di accesso comprese tra 200.000 euro e 100 milioni di euro per progetto.

Requisiti e ambiti di eleggibilità

  • Investimenti in beni strumentali nuovi, impianti, macchinari, attrezzature.
  • Localizzazione in aree ammissibili secondo la Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.
  • Obbligo di certificazione delle spese da parte di revisore legale iscritto alla sezione A del registro.

Timeline procedurale

  • Comunicazione iniziale: 31 marzo – 30 maggio 2025.
  • Comunicazione integrativa: 18 novembre – 2 dicembre 2025.
  • Trasmissione telematica tramite i modelli approvati dall’Agenzia delle Entrate.

ZES Unica 2026: continuità agevolativa e aggiornamenti tecnici

Il 2026 conferma la proroga del credito d’imposta ZES, con modifiche introdotte dai DL 113/2024 e DL 155/2024, che hanno ridefinito:

  • modelli di comunicazione e le modalità di trasmissione.
  • Le regole di cumulo con altri incentivi, in particolare con Transizione 5.0, secondo il principio di nettizzazione.

Cumulo agevolativo: un approccio integrato

Il credito ZES può essere cumularsi con Transizione 5.0, purché il beneficio complessivo non superi il 100% del costo netto dell’investimento. Esempio operativo:

  • 60% da ZES Unica.
  • 45% su quota residua da Transizione 5.0.
  • Totale agevolazione: 78%.

Strategie per imprese e advisor: come strutturare gli investimenti nel Mezzogiorno

  1. Pianificazione fiscale e industriale
  • Segmentazione degli investimenti in fasi pluriennali per ottimizzare il beneficio su più esercizi.
  • Analisi di ammissibilità territoriale e coerenza con la Carta degli aiuti.
  1. Ottimizzazione del cumulo
  • Simulazioni di impatto fiscale.
  • Verifica di compatibilità con altri strumenti agevolativi.
  • Coordinamento con consulenti di finanza agevolata e fiscalità d’impresa.
  1. Governance documentale
  • Predisposizione di dossier tecnico-economici.
  • Certificazione delle spese e audit interno.
  • Monitoraggio delle FAQ e circolari interpretative dell’Agenzia delle Entrate.

Il Mezzogiorno come laboratorio di fiscalità incentivante

La ZES Unica 2025-2026 non è solo un incentivo, ma un dispositivo di politica economica avanzata. Le imprese che sapranno anticipare la transizione normativa, strutturare gli investimenti in modo strategico e interfacciarsi con partner esperti in finanza agevolata, potranno ottenere benefici fiscali rilevanti, rafforzare la propria posizione competitiva e contribuire al rilancio industriale del Sud Italia.

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